3 Maggio 2005
Conferenza di Marilena Tolazzi alla Casa dello studente
Il radon in Friuli e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi
La docente dell’ateneo udinese parlerà anche
delle problematiche sanitarie e della sicurezza
In regione la concentrazione media di radon indoor è tra le più alte in Italia. Anche se i valori rimangono al di sotto dei limiti massimi raccomandati dall’Italia e dai paesi europei e non, si tratta di una problematica da non sottovalutare. Di ciò parlerà al Centro culturale Zanussi venerdì 6 maggio 2005 alle 15.30, la docente del corso di Ingegneria meccanica che l’ateneo udinese attiva al Consorzio universitario di Pordenone, Marilena Tolazzi Toffolo nel seminario “Radioattività. Utilizzo dei radioisotopi e problematica dello smaltimento”.
«Il rischio salute legato al radon dipende dal fatto che i prodotti di decadimento del radon, anch’essi radioattivi, si attaccano a polvere, fumo e vapore e possono essere inalati. Si fissano ai polmoni e, ancor più se in sinergia con l’effetto fumo, possono danneggiare le cellule aumentando il rischio di possibili processi cancerogeni», ha precisato Tolazzi che agli iscritti all’università della terza età farà notare le origini, la diffusione, la misurazione e i rimedi alla presenza del gas radon indoor, nonché gli effetti sulla salute e le normative mondiali. Inoltre si soffermerà sulle operazioni relative al trattamento e al condizionamento dei materiali radioattivi e le soluzioni di tipo sitologico riguardanti il loro smaltimento definitivo.
«Tale smaltimento – ha chiarito la docente dell’ateneo udinese – è peraltro legato a problematiche sanitarie, di sicurezza ed anche etiche al fine di non delegare alle generazioni future la soluzione di un problema determinato da usi della tecnologia fatte dalle generazioni passate e presenti». Durante il seminario, quindi, verranno analizzate le problematiche legate vuoi al trattamento e stoccaggio temporaneo di tali rifiuti vuoi all’individuazione del sito nazionale di stoccaggio definitivo.
«Il rischio salute legato al radon dipende dal fatto che i prodotti di decadimento del radon, anch’essi radioattivi, si attaccano a polvere, fumo e vapore e possono essere inalati. Si fissano ai polmoni e, ancor più se in sinergia con l’effetto fumo, possono danneggiare le cellule aumentando il rischio di possibili processi cancerogeni», ha precisato Tolazzi che agli iscritti all’università della terza età farà notare le origini, la diffusione, la misurazione e i rimedi alla presenza del gas radon indoor, nonché gli effetti sulla salute e le normative mondiali. Inoltre si soffermerà sulle operazioni relative al trattamento e al condizionamento dei materiali radioattivi e le soluzioni di tipo sitologico riguardanti il loro smaltimento definitivo.
«Tale smaltimento – ha chiarito la docente dell’ateneo udinese – è peraltro legato a problematiche sanitarie, di sicurezza ed anche etiche al fine di non delegare alle generazioni future la soluzione di un problema determinato da usi della tecnologia fatte dalle generazioni passate e presenti». Durante il seminario, quindi, verranno analizzate le problematiche legate vuoi al trattamento e stoccaggio temporaneo di tali rifiuti vuoi all’individuazione del sito nazionale di stoccaggio definitivo.