23 Maggio 2005
Giovedì 26 maggio alle 17 al Centro dell’Ateneo di Udine
Quando il marciume (nobile) fa un vino di successo
Il Friuli del Picolit e l’Ungheria del Tokaji a confronto a Cormòns
In un seminario internazionale con esperti italiani e magiari
Anche il marciume (ma nobile) può fare un vino di successo. Al centro per la Viticoltura e l’enologia di Cormòns dell’Università di Udine il Tokaji ungherese torna protagonista di un confronto con un vino friulano. Ma, questa volta, senza le polemiche che hanno accompagnato la vicenda onomastica del Tocai. A fare da deuteragonista al vino magiaro un altro baluardo del vigneto-Friuli, il Picolit. I due vini e il loro ingrediente segreto saranno al centro del seminario internazionale di giovedì 26 maggio, che vedrà il confronto fra esperti ungheresi e friulani intorno al tema “Vini liquorosi da uve affette da marciume nobile”. L’incontro è il sesto appuntamento de “I giovedì del centro” del 2005, il ciclo di seminari organizzati dal corso di laurea in Viticoltura e Enologia dell'Università di Udine, in collaborazione con l'Associazione Enologi enotecnici italiani - Sezione Friuli Venezia Giulia, per discutere i temi di attualità di maggiore interesse, affrontati in chiave tecnico-scientifica.
Durante il convegno, organizzato il 26 maggio alle 17 al Centro per la viticoltura e l’enologia dell’Ateneo di Udine in via San Giovanni 79 a Cormòns (tel. 0481.639295), enologi italiani e magiari discuteranno dell’elaborazione di vini speciali, che, spiega Emilio Celotti, docente dell’Ateneo friulano, «sta diventando una realtà sempre più apprezzata da una certa fascia di consumatori. In particolare i vini ottenuti da uve affette da marciume nobile rappresentano dei prodotti di nicchia la cui vinificazione deve essere condotta con rigore e conoscenze tecniche approfondite, unitamente ad una giusta dose di esperienza. La notevole struttura di questi vini e la complessità aromatica derivano da processi di maturazione e appassimento delle uve e da vinificazioni particolari che saranno discusse in questo convegno». Ad affrontare “il caso del Tokaji Aszù” sarà il prof. Ildiko Magyar della Cornelius University di Budapest, mentre il suo collega prof. Andrea Pomazi, sempre della Cornelius University di Budapest parlerà della “Identificazione dei lieviti del Tokaji mediante metodi tradizionali e molecolari”. Il dottor Franco Battistutta dell’Università di Udine, invece tratterà i “Punti critici nella elaborazione del Picolit”. Alle 19 seguirà il dibattito.
Durante il convegno, organizzato il 26 maggio alle 17 al Centro per la viticoltura e l’enologia dell’Ateneo di Udine in via San Giovanni 79 a Cormòns (tel. 0481.639295), enologi italiani e magiari discuteranno dell’elaborazione di vini speciali, che, spiega Emilio Celotti, docente dell’Ateneo friulano, «sta diventando una realtà sempre più apprezzata da una certa fascia di consumatori. In particolare i vini ottenuti da uve affette da marciume nobile rappresentano dei prodotti di nicchia la cui vinificazione deve essere condotta con rigore e conoscenze tecniche approfondite, unitamente ad una giusta dose di esperienza. La notevole struttura di questi vini e la complessità aromatica derivano da processi di maturazione e appassimento delle uve e da vinificazioni particolari che saranno discusse in questo convegno». Ad affrontare “il caso del Tokaji Aszù” sarà il prof. Ildiko Magyar della Cornelius University di Budapest, mentre il suo collega prof. Andrea Pomazi, sempre della Cornelius University di Budapest parlerà della “Identificazione dei lieviti del Tokaji mediante metodi tradizionali e molecolari”. Il dottor Franco Battistutta dell’Università di Udine, invece tratterà i “Punti critici nella elaborazione del Picolit”. Alle 19 seguirà il dibattito.