Evento in collaborazione fra Ateneo di Udine e Fondazione Benetton

Dal Dams un software per ri-costruire la musica colta come un cubo di Rubik

Il pubblico re-inventerà l’opera del padre dell’elettronica Pousseur
Alla Biennale del restauro audio da oggi a Gorizia e Treviso

        Dal Dams dell’Università di Udine a Gorizia arriva il “genio” virtuale capace di ribaltare i ruoli, rendendo l’ascoltatore “creatore” della musica che sta ascoltando. Per chiarire il gioco, coltissimo e scientificamente inappuntabile, anche ai profani, diremo che funziona un po’ come il cubo di Rubik con cui tutti da bimbi ci siamo baloccati. Solo che, in questo caso, la rielaborazione avviene sull’opera “Scambi” del “padre” riconosciuto della musica elettronica Henri Pousseur, ospite d’eccezione del V Incontro Biennale Internazionale sul Restauro Audio, organizzato da oggi al 7 ottobre a Gorizia e Treviso dai Laboratori Audio del corso di laurea Dams - settore Musica del polo isontino dell’Università di Udine in collaborazione con Fondazione Benetton – Iniziative Culturali. E avviene con il dichiarato consenso del compositore belga. Come Pousseur già diceva nel 1959, infatti, «tutto il materiale potrebbe essere messo a disposizione degli amatori in laboratori di musica di tipo nuovo». E gli esperti del Laboratorio d’eccellenza Mirage del Dams Musica dell’ateneo friulano lo hanno preso in parola, progettando e realizzando una postazione informatica che permetterà al pubblico della Biennale di realizzare nuove versioni della composizione elettronica di Pousseur nata nel 1957 negli studi radiofonici della Rai di Milano e concepita come opera liberamente (ri-)costruibile dai suoi fruitori, secondo un criterio fortemente anticipatore del rapporto con la musica nell’era del digitale, di internet e dell’informazione distribuita. Con questo raffinato strumento, a Palazzo Bomben il 6 e 7 ottobre sarà possibile interagire in modo creativo con una simulazione del sistema di produzione dell’opera del compositore belga grazie al riposizionamento dell’intero sistema di composizione – e non solo del segnale audio – nel dominio digitale, rispettando o meno le regole proposte da Pousseur: un eloquente manifesto delle “metamorfosi” della musica contemporanea che sono il tema scelto quest’anno dalla Biennale. 

        Al centro della prima tranche dell’incontro sul restauro audio, a Palazzo Alvarez a Gorizia oggi, 4 ottobre, e domani, 5 ottobre, la musica per i film: dalla conservazione attiva, alla catalogazione, dal restauro alla fruizione delle colonne sonore registrate su disco. Fra i relatori delle giornate goriziane esperti delle università di Udine, Firenze, Milano e Bologna, del Museo nazionale del Cinema di Torino, della Cineteca del Friuli di Gemona, della Scuola nazionale di cinema di Roma e dell’Archivio Nino Rota di Venezia. Ad impreziosire il tutto, oggi, 4 ottobre, alle 20.30 al Kulturni Center Lojze Bratuž, il concerto della compagnia di canti popolari “Antichi suoni”, che proporrà un programma musicale tratto da dischi a 78 giri stampati negli States per la comunità di emigrati siciliani del Primo Novecento. Il 6 ottobre a Treviso, invece, gli studiosi si concentreranno dapprima sullo statuto della musica elettronica registrata su nastro magnetico, con la presentazione del progetto di conservazione e restauro del corpus delle opere elettroniche di Luigi Nono, realizzato dal Laboratorio Mirage dell’Università di Udine in sinergia con Casa Ricordi, l’Archivio dello Studio di Fonologia e i Laboratori della Rai di Milano. Il 7 l’attenzione degli esperti si concentrerà sul patrimonio della ricerca etnomusicologica.

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