Inaugurazione dell'anno accademico 2006-2007

L'appello di Damante: "Più fondi alla ricerca medica di base"

La prolusione verterà sulle malattie comuni,
molto “complesse” dal punto di vista genetico

        Due sono le questioni che preoccupano maggiormente Giuseppe Damante, il professore di Genetica medica che aprirà l’anno accademico 2006-2007 dei corsi pordenonesi targati Università di Udine - lunedì 20 novembre alle ore 11 presso l'auditorium della Regione - con una lezione sul genoma e malattie complesse. La prima riguarda la penalizzazione della ricerca di base rispetto a quella applicata per quanto riguarda la genetica molecolare, la seconda questione è inerente ai fondi messi a disposizione in regione per questo tipo di ricerche.
 
        Ma veniamo ai dettagli. “I bandi di ricerca per lo spin off, per la ricerca industriale nell’ambito delle biotecnologie – spiega Damante che oltre ad insegnare al corso di laurea in Infermieristica a Pordenone, dirige l’Istituto di genetica dell’azienda ospedaliera universitaria di Udine portando avanti attività di diagnostica e ricerca nei campi dell’oncoematologia, neurogenetica, genetica dei fenotipi complessi, regolazione dell’espressione genetica – sono diversi a fronte di una carenza d’interesse per la ricerca “curiosità-driven”, cioè guidata esclusivamente dalla curiosità. In regione si stanno investendo tante risorse sulla ricerca pre-industriale di tipo biotecnologico, trascurando, ad esempio, lo sviluppo di modelli attraverso i quali comprendere in dettaglio i meccanismi di malattia. Solo finanziando la ricerca di base si spinge veramente verso l’innovazione (un termine tanto usato da politici ed amministratori!). I ricercatori non vivono nel mondo delle idee. Sono capacissimi di comprendere se una loro scoperta può avere un reale risvolto imprenditoriale. A quel punto l’interazione tra il ricercatore e l’industria sarà un qualcosa di naturale, senza la necessità di apparati e sistemi complessi (e costosi) verso i quali oggi si tende. Inoltre, mi preme sottolineare il forte squilibrio nella distribuzione dei finanziamenti in regione e quanto sia penalizzato il Polo di Udine-Pordenone rispetto a quello triestino sul fronte ricerche in ambito biotecnologico”.
        I gruppi di ricerca della Facoltà di Medicina dell’Università di Udine per poter portare avanti ricerche avanzate circa la genetica delle malattie multifattoriali, come il diabete, l’ipertensione, l’aterosclerosi, avrebbe la necessità di disporre di maggiori risorse. E’ oggi in atto la fusione tra il Policlinico Universitario e l’Azienda Ospedaliera S. Maria della Misericordia, che ha dato origine all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine. Le potenzialità di questa struttura, anche nel campo della ricerca, sono enormi. Se, come sarebbe auspicabile, alla nuova azienda arrivassero fondi adeguati destinati alla ricerca di base, si creerebbe un polo straordinario per la reale interazione tra ricerca ed assistenza.
        La ricerca circa i meccanismi di malattia di molte malattie comuni è estremamente complessa. Non dimentichiamo, difatti, che le malattie più comuni devono fare i conti oltre che con i fattori ambientali, con una costellazione di varianti geniche che conferiscono la suscettibilità alla malattia. Varianti geniche difficili da identificare anche perché molto numerose. Proprio per questo motivo tali malattie vengono definite complesse”. In questo periodo, intanto, è iniziata una ricerca sull’ipertensione, uno studio pilota con pochi pazienti che se porterà ai frutti sperati, potrà essere estesa ad una corte maggiore di soggetti.

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