27 gennaio, Giorno della Memoria

La riflessione del rettore Roberto Pinton

Giorno della Memoria

“Grido di disperazione ed ammonimento all'umanità sia per sempre questo luogo dove i nazisti uccisero circa un milione e mezzo di uomini, donne e bambini, principalmente ebrei, da vari paesi d'Europa. Auschwitz - Birkenau 1940-1945”. Sono le parole dell'epitaffio posto all'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz, smantellato il 27 gennaio 1945, diventato giorno dedicato a rendere omaggio alle vittime e a mantenere viva la memoria dell’Olocausto. Un momento solenne per trarre insegnamenti fondamentali per il presente e il futuro, affinché tali orrori non abbiano a ripetersi.

L'Olocausto rappresenta uno dei capitoli più oscuri della storia umana, una testimonianza della capacità distruttiva dell'odio, della discriminazione e della mancanza di compassione. Come ha sottolineato Elie Wiesel, premio Nobel per la pace e sopravvissuto all'Olocausto, "La memoria ha il potere di riparare, ma anche il dovere di avvertire". Pertanto, dobbiamo conservare la memoria di ciò che è accaduto affinché non si ripeta mai più. "L'opposto dell'amore non è l'odio, ma l'indifferenza" dice ancora Wiesel. Abbiamo il dovere di essere attivi e vigili contro l'indifferenza, affinché non diventi un terreno fertile per l'insorgere di pregiudizi e discriminazioni.

Oltre che commemorare le vittime dell'Olocausto, il Giorno della Memoria insegna così a compiere una riflessione attiva su come combattere la discriminazione e l'odio nella società odierna. È necessario impegnarsi per i diritti umani, per educare noi stessi e gli altri sui pericoli dell'intolleranza e del razzismo e fare la nostra parte per creare un mondo più equo e giusto. In questo contesto, le parole di Anne Frank risuonano con forza: "La speranza è l'unico bene comune a tutti gli uomini; coloro che hanno perso ogni altra cosa la possiedono ancora." Nonostante le terribili circostanze in cui si trovava, Anne Frank mantenne la speranza, un faro luminoso che non dobbiamo mai spegnere. La speranza è ciò che ci spinge a combattere l'ingiustizia e a promuovere un mondo basato sulla comprensione reciproca e la pace fra i popoli.

Il Giorno della Memoria ci invita anche a riflettere sulle nostre responsabilità presenti e future. L’Università in quanto responsabile della trasmissione della conoscenza deve impegnarsi a costruire una società in cui ogni individuo possa vivere senza timore di discriminazione, violenza o persecuzione e a trasmettere ai suoi studenti i valori della fratellanza, della libertà e della dignità umana per ambire a un mondo più giusto, equo e tollerante.

Roberto Pinton

rettore dell'Università di Udine

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