Motore di iniziative economiche e di tutela ambientale

Inaugurato il Centro visite "Villaggio degli orsi" a Stupizza

Catturato “Andrea”, un secondo orso bruno

I ricercatori dell’Ateneo coinvolgeranno i visitatori
anche in attività di ricerca

        Un luogo nel quale turisti, popolazione locale e studenti possono conoscere le attività di conservazione e valorizzazione della natura e di ricerca condotte dall’università di Udine e da enti pubblici e privati, come la Regione e i Parchi naturali regionali. Un progetto in grado di favorire lo sviluppo di iniziative economiche e creare un “patto” tra cittadini, turisti ed enti finalizzato alla conservazione della natura. Sono gli obiettivi del Centro visite di Stupizza “Il villaggio degli orsi”, nel comune di Pulfero (Ud), inaugurato stamani in un angolo di rara bellezza, lungo il fiume Natisone in prossimità della Bocca di Pradolino, alle pendici del monte Mia. Il Centro sarà visitabile dal 22 luglio al 26 agosto tutti i giorni dalle 9 alle 19, e dal 27 agosto al 16 settembre nei fine settimana. I visitatori saranno accolti e guidati nella visita dagli studenti dell’università di Udine impegnati in tirocinio nel Comune di Pulfero. L’impegno dell’amministrazione comunale, che ha concesso la gestione delle strutture all’Ateneo e promosso le attività, è stato fondamentale e prezioso.
 
        Il Centro visite è stato allestito con materiali divulgativi e strumenti di ricerca dall’università di Udine ed è parte fondamentale del progetto Interreg “Gestione sostenibile transfrontaliera delle risorse faunistiche” di cui è beneficiaria la Regione - Servizio tutela ambienti naturali e fauna e del progetto Life Natura “Sistema aurora-conservazione attiva di Salamandra atra aurorae ed altri anfibi”. Nell’ambito del progetto Interreg, in particolare, i ricercatori dell’ateneo friulano, dopo la cattura di una lince, la prima mai realizzata in Italia, e di un orso bruno eseguite nei mesi scorsi, hanno eseguito la cattura di un secondo esemplare di orso bruno di oltre 200 chili. Chiamato “Andrea” e dotato di radiocollare, l’orso è seguito ora per ora nei suoi spostamenti e «ha già fornito – dice Stefano Filacorda dell’università di Udine, responsabile del progetto Interreg - importanti informazioni sull’uso del territorio e ha mostrato dei movimenti ed un uso sorprendente del territorio».
 
 
 
IL CENTRO VISITE “VILLAGGIO DEGLI ORSI”
 
Presso il Centro visite di Stupizza, i visitatori possono osservare al piano terra gli strumenti di ricerca, quali lacci e materiale per le catture, strumenti radiotelemetrici e di video fototrappolaggio, utilizzati per lo studio dei grandi carnivori selvatici. Sono inoltre esposti poster e fotografie dedicati alla biologia, all’ecologia e alla ricerca dei grandi carnivori, in particolare l’orso, e di altre specie faunistiche tipiche della zona e in via di estinzione. Al piano superiore sono visibili video relativi alle attività di ricerca e cattura degli esemplari di lince, orso e cinghiale, e alla vita di queste specie.
 
In autunno e primavera partiranno le visite di scolaresche e gruppi organizzati, con il coinvolgimento dei visitatori nelle attività di ricerca, in una nuova forma di turismo scientifico. Dall’1 al 6 settembre, al Centro si terrà il primo corso per insegnanti, cui hanno già aderito oltre 60 docenti, e sono previste attività culturali e corsi di formazione per tecnici e seminari. Tutte queste attività si coordineranno con quelle già esistenti nelle valli e quelle in atto nel Parco naturale delle Prealpi Giulie, collegato ecologicamente all’area di progetto.
 
ANDREA”, IL SECONDO ORSO CATTURATO DAI RICERCATORI
 
L’orso catturato nelle valli del Natisone è un maschio adulto di 9 anni e oltre 200 chili. È stato chiamato Andrea, in onore di due operatori del gruppo di cattura. Andrea, come Bepi, il primo orso di 140 chili catturato a marzo nella stessa zona, è stato dotato di un radiocollare satellitare e radio e, quindi, immediatamente liberato. La cattura è avvenuta grazie alla presenza di operatori sloveni del Ministero delle Foreste e della veterinaria responsabile per le catture in territorio sloveno che hanno affiancato i veterinari dell’università di Udine.
 
L’orso, seguito ora per ora grazie al collare satellitare, ha fornito importanti informazioni sull’uso del territorio e ha mostrato dei movimenti e un uso sorprendente del territorio. «In quattro giorni – precisa Stefano Filacorda - si è spostato da una zona sud del monte Matajur al Jôf di Dogna, per poi muoversi seguendo il i crinali del Jôf di Miezegnot, la Val Saisera, il lago di Cave del Predil, fino sotto lo Jalovec ed il Mangart, passando per creste e passi ad oltre 2 mila metri. L’orso stato seguito e sono state trovate le sue tracce anche sopra il rifugio Gilberti sul Monte Canin». Inoltre, in alcune notti, il radiocollare satellitare lo ha segnalato in prossimità di alcuni paesi delle Valli del Natisone. «La sua presenza – dice Filacorda – non è stata avvertita da nessuno, segno della ormai totale integrazione di questa specie nell’ambiente naturale ed antropico e dell’assenza di pericoli per la popolazione».
 
Il comportamento di Andrea appare molto diverso da quello di Bepi, che, dopo una permanenza di circa 15 giorni nelle Prealpi Giulie e Valli del Natisone, si è sposato nella zona a nord di Postumia, dove tutt’ora esegue spostamenti di alcuni chilometri da e verso la foresta di Tarnova. Andrea, un orso amante dell’ambiente alpino e grande scalatore, si muove per la quasi totalità del tempo in territorio italiano, soprattutto nella zona del Parco naturale delle Prealpi Giulie e delle Valli del Natisone, fino a passare ad alcune centinaia di metri dal centro visite “Il villaggio degli orsi” e frequentare le aree circostanti. Il suo territorio, dai i primi dati, sembra superare i 90 mila ettari. L’orso è stato fotografato successivamente alla cattura grazie a fotocamere a infrarosso e si caratterizza per una curioso collare bianco intorno al collo, tipico degli animali giovani.

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