Dieci partner, finanziati da Bruxelles con 14,4 milioni di euro, di cui 1.5 a Udine

L'Ateneo tra i fondatori di Across, la nuova alleanza universitaria europea transfrontaliera

In vista di GO! 2025 progetto con l’Ateneo di Nova Gorica e altre otto università di Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Francia, Polonia, Romania, Spagna, Ucraina

Le università di Udine e di Nova Gorica (Slovenia) sono tra i fondatori di Across, il nuovo progetto di alleanza universitaria europea transfrontaliera per la condivisione delle conoscenze. Scopo della collaborazione è affrontare insieme le sfide economiche, sociali e ambientali che caratterizzano le aree di confine sedi dei dieci atenei che hanno dato vita al progetto. In particolare, in vista del 2025 quando Nova Gorica e Gorizia saranno la capitale europea della cultura. Le idee sviluppate nell’ambito di Across, acronimo di “European university for cross-border knowledge sharing”, diventeranno un modello all’interno dell’Unione europea. L’alleanza infatti mira a potenziare e condividere le attività di ricerca, formazione e innovazione. Il progetto, promosso dalla Commissione europea, ha durata quadriennale (2025-2028) ed è stato finanziato con 14,4 milioni di euro da Bruxelles, di cui un milione e mezzo per l’Università di Udine.   

«I membri di Across – spiega il rettore Roberto Pinton – metteranno in comune le loro conoscenze ed esperienze per rafforzare le regioni transfrontaliere rendendole ancora più capaci di superare le sfide globali in atto. Nell’iniziativa sarà coinvolta tutta la nostra comunità accademica, ma anche del nostro territorio, delle imprese e delle istituzioni. Nell’iniziativa sarà coinvolta tutta la nostra comunità accademica, ma anche del nostro territorio, delle imprese e delle istituzioni. Across – sottolinea Pinton – consentirà anche di rafforzare le collaborazioni transfrontaliere con Nova Gorica e la sua università, soprattutto alla luce dei numerosi eventi previsti per GO! 2025».

«La competizione è stata dura – evidenzia delegato dell’Ateneo per l’internazionalizzazione, Giorgio Alberti –, ma grazie ad un lavoro preparatorio di due anni sostenuto dal Servizio tedesco per lo scambio accademico (Daad) siamo riusciti ad avere successo».

I partner - Oltre all’Ateneo friulano e quello di Nova Gorica fanno parte di Across: il Politecnico di Chemnitz (Germania), capofila dell’alleanza, l’Università di Banja Luka (Bosnia Erzegovina), il Politecnico di Bialystok (Polonia), l’Università di Craiova (Romania), l’Università di Girona (Spagna), l’Università di Perpignan “Via Domitia” (Francia), Università di Ruse (Bulgaria). Come partner associato vi è anche l’Università nazionale “Ivan Franko” di Lviv (Ucraina).

Alleanze europee - L’iniziativa rientra in un programma complessivo della Commissione che ha l’obiettivo di incentivare una più stretta cooperazione fra università europee con caratteristiche simili in territori confinanti comparabili. Complessivamente sono state selezionate 14 nuove alleanze universitarie su 60 candidature presentate, portando a 64 il numero totale delle collaborazioni transfrontaliere europee. Le università che fanno parte di questi consorzi assumono la denominazione di “Università europea”.

I campi d’azione - Across lavorerà in cinque ambiti: ricerca collaborativa (temi: trasformazione digitale, sviluppo sostenibile, valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale, lingua e identità, gestione delle risorse naturali difronte al cambiamento climatico), progetti educativi innovativi (corsi di laurea congiunti, corsi online, programmi di studio interdisciplinari); mobilità e scambi (maggiore mobilità di studenti, docenti e personale); poli tecnologici e d’innovazione (per accelerare la commercializzazione dei risultati della ricerca, creare incubatori per startup, partenariati con leader del settore e opportunità di tirocinio); inclusione sociale e diversità (per sostenere i gruppi sottorappresentati, garantire la parità di accesso all’istruzione, creare ambienti accademici transnazionali inclusivi).

Il contesto - Duecento milioni di cittadini, il 30 per cento della popolazione europea, vivono, lavorano e studiano nelle regioni transfrontaliere europee. La loro esistenza è arricchita dalla diversità linguistica e culturale, dal mercato del lavoro e dalle opportunità educative che esistono in questi territori. Migliaia di aziende traggono vantaggio dalla loro ubicazione nelle regioni di confine che servono i vicini mercati di esportazione.

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