Oltre 70 studiosi di scienze sociali da tutto il mondo all’Università di Udine

Paesaggi delle acque interne: natura, società e cultura idrografica

Fiumi, canali, lagune, laghi e ghiacciai al centro della conferenza internazionale dal 22 al 24 maggio

Foto Francesco Visentin

Dall’aumento dei fenomeni alluvionali alternati a periodi di siccità, alla riduzione dei flussi idrici e dei sedimenti che alimentano le pianure alluvionali e le regioni costiere, le sfide che attendono fiumi, canali, lagune, laghi e ghiacciai sono molteplici. Per fare una ricognizione della situazione e delineare strategie di gestione e approcci sostenibili per le acque interne l’Università di Udine ha organizzato dal 22 al 24 maggio una conferenza internazionale con una settantina di studiosi di scienze sociali da tutto il mondo. I lavori si svolgeranno, la prima giornata, mercoledì 22 maggio, dalle 16.45, nell’aula Pasolini di Palazzo di Toppo Wassermann (via Gemona 92), per poi proseguire, giovedì 23 e venerdì 24, dalle 9, nelle aule 2 e 3 di Palazzo Antonini (via Petracco 8). Il 25 maggio sarà dedicato al territorio con una visita studio sul fiume Stella e nella laguna di Marano.

L’evento, intitolato “Paesaggi acquatici interni: natura, società e cultura nell’idrografia” (Inland waterscapes: nature, society and culture in hydrography), è promosso dal Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società dell’Ateneo friulano. L’appuntamento è sostenuto da Regione Friuli Venezia Giulia, River Cities Network e in cooperazione con il Global Network of Water Museums, lo Shima Journal e l’Università Ca’ Foscari Venezia.

La conferenza si aprirà con i saluti del rettore Roberto Pinton; del direttore del Servizio difesa del suolo della Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Friuli Venezia Giulia, Fabio Cella; della direttrice del Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società dell’Ateneo friulano, Fabiana Fusco; e del coordinatore di River Cities Network, Paul Rabé.

I contenuti

L’elemento idrico sarà analizzato non solo come una risorsa, ma interpretato come un agente vivo, instabile e mutevole. Verrà esaminata l’importanza dei paesaggi acquatici interni come fondamentali reti infrastrutturali, sociali e ambientali che permeano vari contesti nazionali, regionali e locali. Con una prospettiva multidisciplinare, la conferenza affronterà questioni critiche, immaginando nuove funzioni e ruoli per l’acqua.

Partendo dal presupposto che i paesaggi delle acque interne sono ibridi socio-naturali, cioè il risultato di processi ambientali di lunga durata in cui umani e ambiente hanno instaurato una instabile dialettica. I diversi contributi esamineranno le trasformazioni delle geografie dell’acqua. Non solo come luoghi fondamentali per la mobilità, la vita, il lavoro, la rigenerazione territoriale, il turismo e il tempo libero. Ma anche come deposito di memorie, storie personali e grandi narrazioni che sono sempre più influenzate dalla percezione dei grandi cambiamenti in corso.

Le attività dell’Ateneo sul territorio

In Friuli Venezia Giulia i geografi dell’Ateneo friulano sono impegnati soprattutto con i Contratti di fiume, un progetto frutto di una convenzione con la Regione. Inoltre, sono coinvolti in studi e collaborazioni sul Tagliamento, in particolare con un gruppo di ricerca internazionale che ha realizzato il sito tagliamento.org. Altre ricerche riguardano l’influenza dei cambiamenti climatici sui corsi d’acqua regionali, ad esempio Natisone e Cormor. Gli studiosi dell’Ateneo udinese sono anche parte attiva di un progetto culturale assieme a Legambiente sui fiumi Isonzo e Tagliamento per promuovere attività di citizen science.

L’obiettivo

«La conferenza – spiega il coordinatore scientifico Francesco Visentin – vuole riportare al centro dei nostri ragionamenti l’acqua. Saranno presentate ricerche che, a partire dall’analisi delle geografie d’acqua, proveranno a ragionare sul cambiamento, a iniziare dal fatto che le modifiche e le trasformazioni dei fiumi non sono di per sé il problema: la creazione interattiva, la condivisione e la cura dei fiumi è antica ed è parte fondamentale di tutte le culture dell’acqua. Questo significa – sottolinea Visentin – che in prima battuta cercheremo durante questi giorni di riflettere su che tipo di entità sono oggi i fiumi e, in secondo luogo, e di conseguenza, su quale rapporto abbiamo noi con l’acqua. La conferenza nasce dalla collaborazione del gruppo dei geografi dell’Università di Udine con altre università e network di ricerca nazionali e internazionali».

Per il professor Visentin «nell’ampio palinsesto di cambiamenti, siano essi climatici, sociali, culturali, spaziali o politici, l’acqua rappresenta una possibile lente attraverso la quale possiamo indagare e studiare l’instabilità e la policronicità dei territori e dei loro abitanti, umani e non. Con questa conferenza intendiamo raccogliere i contributi, le idee, le ricerche di studiosi e studiose provenienti da tutto il mondo per avviare delle sintesi e per mettere in pratica analisi geografiche in grado di cogliere non solo le problematicità, ma le opportunità che il cambiamento in relazione all’acqua offre».

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