Rigenerazione territoriale e driver socio-economici

Attori del terzo settore e processi di rigenerazione territoriale

La volontà di un cambio di passo nella pianificazione territoriale regionale, le accresciute sensibilità verso nuovi modelli insediativi, la regione dei “15 minuti” insieme alle possibilità di “ecoquartieri” ed “ecopaesi”, l’importanza dei driver economico-sociali con effetti diretti sul territorio e le sue trasformazioni. Sono i punti principali dell’intervento che l’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio Cristina Amirante ha sviluppato nel suo intervento al convegno “Rigenerazione territoriale e driver socioeconomici” che si è tenuto nel polo scientifico dell’Università di Udine il 31 ottobre. Il seminario è stato promosso dal Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura (Dpia) e dalla sezione Friuli Venezia Giulia dell’Istituto nazionale di urbanistica (Inu). A coordinarlo Sandro Fabbro, Giulia Fini e Marcello Modica, del gruppo di lavoro dipartimentale su questo tema, e Pierpaolo Zanchetta di Inu Fvg.

Il termine “rigenerazione urbana” è diventato negli ultimi anni molto noto, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per un pubblico più ampio interessato al progetto e alle trasformazioni della città e del territorio. Meno frequente sono i contributi sulla “rigenerazione territoriale”, un tema e un approccio innovativi che indagano le criticità del territorio contemporaneo con l’obiettivo di definire nuovi modelli insediativi sostenibili e resilienti, in relazione all’assetto del territorio, agli spazi del lavoro e del vivere quotidiano, alle reti di connessione, insieme alle iniziative e ai valori radicati nelle comunità che li abitano. L’approccio della rigenerazione territoriale si inserisce inoltre in un quadro di ricerca più ampio, (in relazione alla fine del ciclo economico “espansivo” alimentato da energie fossili e caratterizzato dalla crescita insediativa) e alle criticità territoriali da affrontare e non più rimandabili: gli effetti del cambiamento climatico, il consumo di suolo e la riduzione dei servizi ecosistemici, la contrazione demografica, etc.. Un approccio che si radica nella necessità di contribuire alla costruzione di un nuovo ciclo legato a risorse rinnovabili e tecnologie digitali, in cui il territorio e il suo capitale sono ripensati come grande risorsa rinnovabile.

Non è, e non sarà, un passaggio indolore: basti pensare alla necessità di adeguare e ripensare gli spazi del lavoro e della produzione, quelli del commercio e dell’abitare, le reti e i nodi del trasporto pubblico e della fornitura di servizi, ma anche le risorse ambientali ed energetiche da tutelare e valorizzare come driver dei processi di rigenerazione.

Sulla scorta di queste riflessioni – sviluppate nell’intervento introduttivo di Sandro Fabbro e nelle relazioni di apertura di Gioacchino Garofoli, Giulia Fini e Marcello Modica (con un fuoco rispettivamente sui processi economico-sociali e sugli spazi) la rigenerazione territoriale non propone un approccio puntuale, legato a singole trasformazioni in contesti urbani e consolidati.

Concepisce invece il territorio nel suo insieme e affronta una pluralità di situazioni, anche esterne alla città consolidata; avanza proposte strutturali, sistemiche, incentrate sia sul costruito sia sugli spazi aperti e le reti; riguarda ampie porzioni di territorio da ripensare attraverso linee di indirizzo strategiche regionali, piani di area vasta e progetti di territorio, fino agli interventi dei piani urbanistici comunali, sostenendole con un patto politico e sociale, fra enti di diversa competenza e comunità locali.

Proprio le comunità, gli operatori economici locali e le imprese del terzo settore sono stati posti al centro del convegno, in linea con i precedenti incontri incentrati su altre componenti della rigenerazione territoriale.

Quale ruolo possono svolgere le comunità e gli attori in contesti dove il “mercato” non è la forza economica trainante (ovvero larghe parti del territorio italiano, se si escludono i grandi centri metropolitani)? Quali iniziative sono sinergiche e rilevanti con un approccio di rigenerazione territoriale e perché la Regione Friuli Venezia Giulia – con le sue diversità territoriali e i grandi valori ambientali e comunitari – può rappresentare un importante campo di sperimentazione di queste progettualità? Siamo in grado di cogliere la sfida della costruzione di un diverso modello di sviluppo alla scala regionale?

Esperienze e riflessioni significative, volte ad arricchire queste tesi, sono emerse durante il convegno che ha visto i contributi di tutti i maggiori esponenti del terzo settore della regione: Michela Vogrig (presidente di Legacoop Fvg), Nicola Galluà (direttore Confcooperative Fvg), Matteo Mazzolini (direttore dell’Agenzia per l'energia Fvg-Ape), Stefania Marcoccio (presidente Cramars Cooperativa Sociale), Pietro Del Frate (sindaco di San Giorgio di Nogaro) e Giuseppe Graffi Brunoro (presidente PrimaCassa Fvg).

I partecipanti hanno portato al tavolo esperienze in cui enti e cooperative sono stati promotori, mettendo in evidenza “la forza di un modello economico non estrattivo e di governance democratica quali motori di processi strutturati” (Michela Vogrig), “le potenzialità di spostare l’attenzione sulla conoscenza di chi ancora ‘sogna’ sui territori” (Stefania Marcoccio), il “sostenere il bene collettivo e accrescerne i soggetti attivi” (Giuseppe Graffi Brunoro).

Gli esponenti della “Comunità di lavoro per la rigenerazione territoriale”, una rete di enti e associazioni regionali promossa da Inu Fvg a partire dal 2022, hanno proposto alcuni ulteriori temi, con contributi a partire dai propri osservatori. Fra gli interventi: Patrizia Gridel (responsabile dell’Ufficio di Piano e servizi al territorio della Comunità di montagna della Carnia), Andrea Zini (assessore alla Pianificazione territoriale ed edilizia privata del Comune di Udine), Donato Riccesi (Associazione nazionale costruttori edili Fvg), Massimo Minen (segretario Federazione nazionale lavoratori edili affini e del legno Fvg) e Sandro Cargnelutti (presidente Legambiente Fvg).

A partire dalle questioni poste negli interventi introduttivi del convegno, si sono sviluppate una pluralità di riflessioni anche per la numerosa partecipazione e la ricchezza degli scambi fra i relatori. L’approccio della rigenerazione territoriale appare dunque sempre più proficuo e solido per accrescere una cultura tecnica che dovrà concepire il territorio nel suo insieme, proporre una visione, contrastare le fragilità territoriali e favorire un nuovo patto per affrontare le sfide della regione contemporanea e di quella futura.

Sullo stesso tema

Sabato 28 Ottobre

Rigenerazione territoriale e driver socio-economici

Il 31 ottobre, alle 15, Sala eventi della Biblioteca scientifica. Riflessione e confronto fra esperti e rappresentanti istituzionali e di realtà economiche, sociali e di categoria