Nell’elenco dei dipartimenti sostenuti dal Ministero dell’università e della ricerca

Studi umanistici e del patrimonio culturale, dipartimento italiano di eccellenza per la seconda volta consecutiva

Primo nelle Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche e unico degli atenei regionali in un’area scientifico disciplinare. Sarà finanziato con quasi 7 milioni e mezzo di euro nel periodo 2023-2027

Il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale (Dium) dell’Università di Udine è, per la seconda volta consecutiva, uno dei 180 dipartimenti di eccellenza degli atenei statali italiani per il periodo 2023-2027. Grazie a questo risultato riceverà dal Ministero dell’università e della ricerca 7.425.000 milioni di euro nel quinquennio che impiegherà nelle attività di ricerca, di didattica di elevata qualificazione (lauree magistrali, dottorati), nello sviluppo infrastrutturale e nel reclutamento del personale. L’elenco dei 180 dipartimenti di eccellenza è stato reso noto dal Ministero che per cinque anni li finanzierà con circa 271 milioni di euro ogni 12 mesi. 

Al primo posto - Anche questa volta il Dipartimento dell’Ateneo friulano è primo, ma da solo rispetto all’ex aequo del 2018, nell’area delle Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche (area Cun 10) la n.10) di cui fa parte. L’Università di Udine è l’unico ateneo regionale, e tra i due del Triveneto, ad aver raggiunto il primo posto in una delle 14 aree scientifico disciplinari in cui sono stati suddivisi i dipartimenti.

Il rettore Roberto Pinton esprime «grande soddisfazione e orgoglio per il risultato raggiunto, frutto di un costante e proficuo impegno di tutto il dipartimento teso sempre al miglioramento e all’innovazione nella didattica e nella ricerca che conferma, dopo cinque anni, il nostro dipartimento ai vertici italiani nel settore scientifico di appartenenza». 

La direttrice, Linda Borean, ricorda «quanto il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale si sia sempre distinto per una intensa capacità progettuale e successo nella partecipazione a bandi competitivi di livello nazionale ed europeo, coniugando la forte tradizione nelle discipline umanistiche con prospettive metodologiche all’avanguardia e di frontiera. Grazie al secondo riconoscimento come dipartimento di eccellenza del sistema universitario italiano, il dipartimento potrà sviluppare e rafforzare le sue attività nella ricerca scientifica e nella didattica di elevata qualificazione, con significative ricadute anche sul territorio regionale». 

Doppia selezione - Dopo aver superato la prima selezione dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) che aveva individuato i migliori 350 dipartimenti italiani in base ai risultati della ricerca, il dipartimento udinese ha superato anche la seconda che ha selezionato i 180 dipartimenti di eccellenza sulla base di un progetto quinquennale di sviluppo. Gli atenei coinvolti sono stati 58 con 306 progetti presentati. Gli ambiti di studio che hanno ricevuto il maggior numero di finanziamenti tengono conto della numerosità dei dipartimenti e del numero di docenti afferenti (decreto ministeriale 230/2022). La lista dei dipartimenti è consultabile al link

Il progetto di sviluppo dipartimentale - Il progetto aderisce alle più recenti indicazioni per la ricerca umanistica dichiarate imprescindibili dalle direttive nazionali e internazionali sulla transizione, elaborazione e condivisione digitale del patrimonio culturale. Gli assi principali delle ricerche riguardano Digital Humanities e Heritage Science con lo sviluppo di un'infrastruttura diffusa dedicata all’applicazione di soluzioni tecnologiche per le discipline umanistiche (dagli archivi alle biblioteche ai musei agli scavi archeologici di superficie e subacquei) e alla sperimentazione di applicazioni e protocolli di frontiera, in particolare per quanto riguarda l’intelligenza artificiale applicata al Cultural Heritage.

In sintonia con il piano strategico d’ateneo - «Un progetto – sottolinea il rettore Pinton – in piena sintonia con gli obiettivi del piano strategico d’ateneo che prevedono, in particolare per il Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale, la focalizzazione sulla tematica interdisciplinare delle Digital Humanities. In questo modo si rafforza il ruolo del dipartimento all’interno di una strategia più ampia di Ateneo e una piena condivisione degli obiettivi generali per i prossimi anni».

La legge istitutiva - I dipartimenti di eccellenza sono previsti dalla legge 232 del 2016, con l’obiettivo di individuare e finanziare, ogni cinque anni e nell’ambito di 14 aree scientifico disciplinari, i migliori 180 dipartimenti delle università statali. Le 14 aree sono: scienze matematiche e informatiche; scienze fisiche; scienze chimiche; scienze della terra; scienze biologiche; scienze mediche; scienze agrarie e veterinarie; ingegneria civile e architettura; ingegneria industriale e dell’informazione; scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche; scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche; scienze giuridiche; scienze economiche e statistiche; scienze politiche e sociali.

Il dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale - Istituito nel 2016, può contare su 89 professori/professoresse e ricercatori/ricercatrici e 23 unità di personale tecnico-amministrativo. Si articola in nove sezioni di ricerca: archeologia; cinema, musica, culture mediali; filologia e letteratura greca e latina dell’età classica e medievale; filosofia; italianistica; libro e documento; linguaggi, comunicazione, società; storia dell’arte e dell’architettura; storia. Ha attivi sedici laboratori e cinque centri di ricerca. Raccoglie tra l’altro l’eredità della Facoltà di lettere e filosofia al cui interno venne attivato nel 1980 il primo corso di laurea, in Italia, in Conservazione dei Beni culturali. Al dipartimento afferiscono dieci corsi di laurea, alcuni dei quali interateneo e in collaborazione con università straniere che prevedono il rilascio di doppio titolo di studio. Cinque i corsi di laurea triennale: Beni culturali, Dams – Discipline dell’audiovisivo, dei media e dello spettacolo; Lettere; Scienze e tecniche del turismo culturale; Filosofia e trasformazione digitale. Cinque anche i corsi di laurea magistrale: Archeologia e culture dell’antichità; Italianistica; Gestione del turismo culturale e degli eventi; Scienze del patrimonio audiovisivo e dell’educazione ai media – International master in cinema and audiovisual studies, Storia dell’arte. A questi si aggiungono quelli interateneo con Trieste in Filosofia e Studi storici. Dall’antico al contemporaneo. Per quanto concerne la formazione post lauream, il DIUM è sede del corso di dottorato in Storia dell’arte, cinema, media audiovisivi e musica, e delle Scuole di specializzazione in Beni storico artistici e, dal 2022-23, in Beni archeologici (interateneo con Trieste e Venezia). Partecipa ai corsi di dottorato in Studi linguistici e letterari (con sede in altro dipartimento dell’ateneo friulano), in Scienze dell’antichità (con sede a Venezia) e in Storia delle società, delle istituzioni e del pensiero. Dal medioevo all’età contemporanea (con sede a Trieste). Inoltre il DIUM ha recentemente aderito al dottorato nazionale Heritage Science.

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