Il contributo dell’Università di Udine alla Notte dei ricercatori
Dov’è finita l’acqua? Il ciclo nascosto dietro la vita quotidiana
A Trieste, il 26 settembre, dalle 17, va in scena il progetto Comunicare H2O
“Dov’è finita l’acqua? Il ciclo nascosto dietro la vita quotidiana”. È il titolo del contributo che l’Università di Udine porterà alla “Notte dei ricercatori” che si terrà a Trieste il 26 settembre, dalle 17, sotto i portici del municipio. Nell’ambito dell’iniziativa “Street Science” interverrà Giada Rossi, referente del progetto “Comunicare H2O” avviato dall’Ateneo friulano con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia. Rossi parlerà del ciclo idrico integrato, dalla captazione alla depurazione, e dell’impronta idrica, cioè di tutta l’acqua “invisibile” che si nasconde nel cibo, nei vestiti e negli oggetti di uso quotidiano.
“Street Science” è organizzato dal Sistema scientifico e dell’innovazione del Friuli Venezia Giulia (Sis Fvg). La “Notte dei ricercatori”, che rientra nel progetto europeo “Sharing researchers’ passion for education and rights” (Sharper), è organizzata dall’Immaginario scientifico con il Comune di Trieste e gli enti di ricerca del territorio.
Nel suo intervento Giada Rossi approfondirà il tema dell’acqua che scorre dal rubinetto ogni giorno. Quante volte ci chiediamo da dove arriva e dove va a finire dopo l’uso. Sarà un “talk” interattivo, pensato per incuriosire e far riflettere in pochi minuti, con esempi concreti e sorprendenti: da una tazzina di caffè a un paio di jeans, fino a un hamburger. Perché l’acqua non è solo quella che vediamo scorrere dal rubinetto, ma molto di più. Un’occasione per imparare, in modo semplice e coinvolgente, che ogni goccia conta.
Il progetto
“Comunicare H2O”, avviato nel 2019 dall’Università di Udine con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, studia e approfondisce metodi e buone pratiche per coinvolgere i portatori di interesse del territorio nelle scelte che riguardano tutela, amministrazione, sostenibilità del ciclo idrico integrato. La ricerca si focalizza sugli schemi comunicativi funzionali a una gestione partecipata della risorsa acqua. Attualmente l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e la normativa del settore suggeriscono azioni volte al coinvolgimento dei portatori di interessi nelle scelte che coinvolgono il futuro del servizio idrico. Obiettivo del progetto è creare una cultura consapevole sull’acqua, basata su valori quali il territorio, la comunicazione, la qualità dell’acqua e la cura di questa risorsa naturale e di ogni essere vivente la cui esistenza da essa dipende.
«L’acqua è ovunque intorno a noi, ma spesso non ce ne accorgiamo: conoscerla e averne cura è il modo migliore per preservarla. Ricerca, sostenibilità e collaborazione sono la chiave per proteggere una risorsa invisibile ma vitale – spiega la referente di “Comunicare H2O”, Giada Rossi, collaboratrice di ricerca del progetto Interreg “CCM2040 - Climate compass for municipalities” – ogni goccia conta: risparmiare acqua significa proteggere la natura e il nostro futuro, con piccoli gesti di tutti i giorni».
Per il coordinatore scientifico del progetto, Daniele Goi, docente di Ingegneria sanitaria e ambientale del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura dell’Ateneo friulano, «la ricerca e l'innovazione relative alla tematica acqua sono elementi chiave, sia per poter garantire un futuro sostenibile della risorsa stessa, sia per il suo corretto sfruttamento, che va di pari passo con la conservazione dell'ambiente e lo sviluppo equilibrato dei territori.
«La scienza, la tecnologia e la comunicazione relative all’acqua – sottolinea il professor Goi – rappresentano oramai un supporto essenziale per gli enti pubblici e per le società di gestione del servizio idrico, entrambi chiamati a dimostrare una sufficiente maturità nell’ impegnativo compito di cooperare sistematicamente per la conservazione quali-quantitativa della risorsa acqua, necessità primaria dell’essere umano sul pianeta».



