Aperture festive sufficienti, ma vanno migliorati gli orari

Tutti i dati del libro Bianco 2010 su commercio e distribuzione, presentato a Udine


Le aperture domenicali dei negozi? Per la maggioranza dei cittadini della regione sono un falso problema: le vere priorità, per i consumatori, sono la rotazione dei turni di chiusura settimanali e l’estensione degli orari continuati. A rivelarlo il Libro bianco 2010, l’analisi sulla rete distributiva e sull’andamento dei consumi in Fvg, coordinata dalla Consulta regionale delle associazioni dei consumatori (Federconsumatori, Adiconsum, Adoc, Lega Consumatori) e affidata al Dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Udine.

 
APERTURE FESTIVE. Circa 2.400 le famiglie contattate nell’ambito dell’indagine, di cui oltre mille per il questionario sull’efficienza della rete distributiva. In merito alle aperture festive, l’80% degli intervistati le giudica sufficienti, e il 52% afferma addirittura di non fare mai la spesa di domenica. E se a Trieste la percentuale di chi chiede un aumento delle aperture festive è più alta, il 30% contro il 20% medio del Fvg, dalle risposte emergono altre priorità: su tutte la rotazione dei turni di chiusura settimanale, chiesta dal 70% degli interessati, e a seguire un’estensione degli orari a tempo continuato, con il 60%. Decisamente più bassa la percentuale di chi auspica un’estensione degli orari serali, che si attesta al 30%.
 
DEROGHE SUFFICIENTI. «Questi dati – dichiara Edo Billa, vicepresidente della Consulta delle associazioni dei consumatori – dimostrano che la “deregulation” della aperture non risponde a un’esigenza dei consumatori, ma piuttosto della grande distribuzione, che attraverso la liberalizzazione pensano evidentemente di dare un’ulteriore colpo ai piccoli esercizi. Per quanto ci riguarda, quindi, non c’è alcuna necessità di rivedere la legge Ciriani, che del resto prevede già deroghe più che sufficienti per i centri storici e per gli esercizi sotto i 400 metri quadri».
 
LA RETE. Sempre riguardo alla rete distributiva, l’indagine rivela che la stragrande maggioranza dei consumatori (il 91%) la ritengono adeguata alle esigenze del territorio, anche se un 20% degli intervistati denuncia la mancanza di negozi di vicinato anche per i generi di prima necessità. Negozi di vicinato che si fanno preferire per comodità e per livello di fiducia, ma che secondo il 45% dei consumatori sono più cari rispetto alla media e grande distribuzione.
 
CRISI E CONSUMI. Tra gli altri aspetti dell’indagine, analizzati da Gian Pietro Zaccomer e Alessio Fornasin, ricercatori del dipartimento di Statistica dell’Università di Udine, da sottolineare in particolare quello relativo all’impatto della crisi sui consumi. Il 40% delle famiglie regionali, secondo le risposte fornite al sondaggio, hanno modificato al ribasso le proprie abitudini di consumo già nel corso del 2009. «Un dato – commenta Zaccomer – confermato dai consuntivi ufficiali dell’Istat, che hanno evidenziato nello scorso anno un calo dei consumi che a livello nazionale è stato dell’1,7% in termini nominali, ma più alto in termini reali». Molto prudenziali le aspettative sul 2010, con il 90% degli intervistati che non prevede cambiamenti nelle proprie abitudini di consumo: «Ma il sondaggio – precisa il ricercatore – è stato fatto prima della manovra 2010-2011».
 
TUTELA DEI CONSUMATORI. A completare l’indagine dell’ateneo friulano le interviste che le associazioni consumatori hanno rivolto agli associati nell’ambito delle proprie attività di sportello. Due i dati di particolare interesse. Il primo riguarda la scarsa fiducia nei confronti del sistema bancario: il 59% degli intervistati, infatti, dicono di sentirsi poco o per nulla tutelati nel proprio ruolo di risparmiatori, mentre più della metà (il 52%) afferma di sentirsi tutelato come consumatore o utente. Quanto alla frequenza dei problemi segnalati alle associazioni consumatori, i più frequenti riguardano la telefonia (25% dei casi), seguita dalle tariffe dei servizi a rete (12%) e da casi riguardanti credito e risparmio (10%).
 
FONTE: CONSULTA REGIONALE DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI FVG

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