Mercoledì 21 e giovedì 22 aprile in sala Tomadini a Udine

Bioetica e medicina, tra difesa della tecnica e nuovi diritti

Conferenze di Carlo Augusto Viano, già membro del Comitato nazionale di Bioetica

La bioetica, intesa come strumento di difesa dalla tecnica e base per nuovi diritti, sarà al centro di due conferenze organizzate dalla Scuola Superiore e dalla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Udine. A parlarne sarà l’ex membro del Comitato nazionale di bioetica, Carlo Augusto Viano, professore emerito di Storia della filosofia all’Università di Torino.
 
Il primo appuntamento, dedicato a “La bioetica e la difesa dalla tecnica”, è in programma mercoledì 21 aprile alle 17.30 in sala Tomadini, in via Tomadini 30 a Udine. L’incontro si aprirà con i saluti del direttore della Scuola, Livio Clemente Piccinini, del preside della facoltà di Lettere, Andrea Tabarroni, e l’intervento di Paola Dessì, docente di Storia della scienza e delle tecniche all’ateneo friulano. La seconda conferenza di Viano, sul tema “La medicina contemporanea e le nuove libertà dei pazienti e dei cittadini”, si terrà giovedì 22 aprile alle 10, sempre in sala Tomadini.
 
«Una delle radici della bioetica – spiega il professor Viano – è costituita dalla difesa contro le innovazioni tecnologiche della medicina contemporanea, rispetto alle quali gli strumenti normativi tradizionali della medicina, dall’etica medica al diritto positivo, non sembravano più sufficienti». Di qui sono nati due filoni di bioetica. «Quello – chiarisce Viano – che ha puntato sull’istituzione di divieti per impedire a medici e pazienti di violare la natura attraverso l’impiego incontrollato della tecnica, e quello che ha cercato di “umanizzare” la medicina».
 
«Un secondo filone della bioetica – prosegue Viano –, partendo anch’esso dall’esigenza di umanizzare la medicina, assume come base la ricognizione di nuove possibilità, libertà e diritti che i pazienti possono rivendicare». In questa prospettiva le tecniche possono essere viste anche in chiave positiva. «Non soltanto quindi – spiega il professore – come manipolazioni della vita dei pazienti, ma anche come strumenti per la scelta di stili di vita adeguati alle proprie storie e condizioni. E le stesse conoscenze mediche possono essere impiegate per impedire un uso strumentale della medicina». I nuovi diritti dei pazienti sono però il nucleo dei nuovi diritti di cittadinanza perché, sottolinea Viano, «interessano le persone anche quando sono sane, dal momento che decisioni importanti vanno prese quando si è sani».

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