Oggi l'iniziativa organizzata dalla Società Alpina Friulana

Marino Tremonti padre fondatore dell'Università di Udine

L'ex rettrice Cristiana Compagno ne ha ricordato la figura nel corso del convegno a lui dedicato

Si è svolto stamani presso il polo economico-giuridico dell’Ateneo il convegno, organizzato dalla Società Alpina Friulana, dedicato all'opera di Marino Tremonti. Tremonti è stato uno dei più tenaci sostenitori della nascita dell'Università di Udine, istituita per volontà popolare dopo il sisma del 1976. Durante il convegno, l’intervento di Cristiana Compagno, già rettrice e professoressa del Dipartimento di Scienze economiche e statistiche dell’Università di Udine, ha delineato la figura di Tremonti come "padre fondatore" dell'Università di Udine. Il convegno è stato dedicato anche alla figura Tremonti alpinista. Il notaio goriziano che dagli anni Cinquanta operò a Udine ha infatti lasciato il segno anche nella storia dell'alpinismo internazionale, scalando vette inviolate in tre continenti. Durante il convegno è stata esposta anche la mostra fotografica "Marino Tremonti alpinista", curata dalla società Alpina Friulana con il contributo dei figli Giulio e Flavio.

Pubblichiamo qui l’intervento della professoressa Cristiana Compagno.

«Sono molto onorata di essere qui oggi per ricordare Marino Tremonti, uno dei padri fondatori dell’Università di Udine.
Ho conosciuto il notaio Tremonti, nel suo ruolo di presidente del Comitato per l’Università friulana nell’ottobre 2008. Ero appena diventata rettrice dell’Università di Udine.
Entrò a palazzo Florio, allora sede del rettorato, vidi un signore elegante, dai modi gentili… un Signore di altri tempi, pensai.
Mi tese la mano guardandomi negli occhi, intravidi un misto di dolcezza e determinazione insieme.
Mi fece le congratulazioni, come nuova rettrice dell’Università di Udine, e mi disse che la responsabilità dei rettori, tutti di questa Università, non era solo nei confronti della comunità accademica, ma anche nei confronti di tutto il popolo friulano che fortemente aveva voluto questa Università.
Durante il mio mandato pensai più e più volte a questa frase, e questo senso di responsabilità così ampia di cui ero investita mi aiutò a superare tanti momenti difficili legati alla complessa implementazione della riforma universitaria del 2008 (riforma Gelmini) e ai gravosi tagli inferti a tutto il sistema universitario, in seguito alla grave crisi economica del 2008. Tagli, che per la nostra università, tradizionalmente sottofinanziata, si rilevarono particolarmente difficili da affrontare.
Marino Tremonti lo rividi molte volte nel corso del mio mandato, ascoltava attento le tante difficoltà ma anche i tanti successi della nostra università e sempre con grazia e con voce sottile, ma decisa, incitava ad andare avanti, con passo sicuro verso nuove vette.
Marino Tremonti ha vissuto appieno l’epoca dell’alpinismo di esplorazione, un’epoca in cui l’uomo si trovava al cospetto della montagna, solo con il suo coraggio, la sua abnegazione, la sua tenacia.
Credo che per Marino Tremonti quello spirito di esplorazione abbia ispirato tutta la sua vita, rendendolo non solo un alpinista di esplorazione ma anche un Uomo di esplorazione.
Quella passione per le vette del mondo, che lo ha portato ad aprire nuove strade, lo ha guidato anche qui nel suo Friuli, portandolo ad aprire, insieme ad altri una strada mai aperta prima: quella di una Università non per il popolo ma del popolo.
Certo, molti furono i protagonisti della lunga azione che condusse all’istituzione dell’Università del Friuli, quale esito di una radicata aspirazione del popolo friulano di dotarsi del più importante strumento che potesse concepirsi per la propria crescita culturale e sociale.

Breve storia della nascita dell’Università del Friuli
Negli Anni Sessanta del Novecento, l’idea fino allora di pochi di una università autonoma a Udine venne fatta propria da una vasta opinione pubblica, che fu in grado di lì a pochi anni di scuotere le inerzie della politica e le forti resistenze Triestine.
È doveroso ricordare, parlando degli Anni Sessanta, la instancabile azione per la nascita di una Università Friulana di Tarcisio Petracco, a cui negli anni Settanta si affiancò con convinzione Marino Tremonti.
Già dal Dopoguerra, Tarcisio Petracco, anche per la sua dolorosa esperienza di emigrazione in Canada e di studi da autodidatta, constata che troppo pochi friulani potevano studiare nella loro terra e pochissimi potevano accedere alle professioni superiori.
Dalla fine della Seconda Guerra mondiale si era cominciato a parlare di corsi universitari a Udine, il prof. Gianfranco D’Aronco prima e la Società Filologica friulana dopo, pensavano ad una facoltà di magistero.
La richiesta della facoltà di medicina risale al 1964. L’Ordine dei medici della provincia di Udine, quando si presentò l’occasione di istituire una Facoltà di Medicina in regione, ne auspicò la realizzazione a Udine.
Un anno dopo, nel 1965 a fronte della successiva candidatura presentata anche da Trieste, gli studenti friulani scesero in piazza con manifestazioni e scioperi che durarono 3 giorni.
Nulla di fatto, il baricentro politico-istituzionale era fortemente spostato su Trieste.
E l’Università di Trieste attivò, “in condizioni logistiche ignominiose” (così le definì Tremonti), la Facoltà di Medicina, riconosciuta dal Ministero nel 1966.
L’opinione pubblica continuava a premere per attivare a Udine dei corsi universitari, e, “tanto che per calmare le acque” (altra locuzione di Tremonti) venne istituita la Facoltà di Lingue e letteratura straniere, quale sede staccata di Trieste, e successivamente il biennio di Ingegneria.
Nel 1972 si costituì il Comitato per l’Università friulana, con l’obiettivo di coordinare gli sforzi di un vasto numero di persone, enti ed istituzioni, forze politiche, per l’istituzione di un centro di studi organico e completo in Udine. Il Comitato fu presieduto da Tarcisio Petracco fino al 1996, anno della sua morte, e successivamente il ruolo di presidente venne svolto da Marino Tremonti.
Dalla costituzione del Comitato, il notaio Tremonti si affiancò al prof. Petracco e da lì in poi insieme vollero raggiungere la vetta più alta: un’Università friulana completa ed autonoma.
Si avviò una strutturata opera di sensibilizzazione della società friulana, con discussioni pubbliche, azioni di volantinaggio, manifestazioni di piazza.
A fronte dei lunghi e diffusi silenzi della politica regionale, nel 1975 prese concretezza l’idea di promuovere la raccolta di 50.000 firme per supportare la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione dell’università del Friuli.
Tremonti e Petracco avevano dei timori inizialmente: i friulani sono restii ad apporre firme. È necessario l’aiuto della Chiesa, pensarono. Coinvolsero così il clero: l’Arcivescovo Battisti, sempre attento alle necessità del popolo friulano si affiancò al Comitato e appoggiò l’iniziativa.
Partì subito la campagna di raccolta firme. Ovviamente fu un’impresa dispendiosa che richiese tante risorse di tempo e finanziarie.
Nel maggio del 1976, sotto le macerie del nostro Friuli, la raccolta delle firme si interruppe.
Ma già da subito emerse la richiesta da parte dei friulani, di non lasciare vanificare lo sforzo e di portare a compimento la raccolta delle firme.
Nelle tendopoli di tutto il Friuli vennero raccolte le firme e il notaio Tremonti, insieme ai segretari comunali e a pubblici ufficiali, autenticò la volontà dei friulani di ricostruire non solo le proprie case, le proprie fabbriche, ma anche la propria classe dirigente e la propria società attraverso la spinta dell’alta formazione e della ricerca.
L’11 agosto del 1976, la proposta di legge venne approvata alla Camera dei deputati, sorretta da ben 125.000 sottoscrizioni autentiche da pubblico ufficiale.
La questione a quel punto era fuori dall’ambito locale e i parlamentari friulani, sotto costante pressione del Comitato, poterono inserire l’istituzione dell’Università di Udine nella Legge di Ricostruzione del Friuli.
Grazie a questi padri fondatori, tra i quali un ruolo rilevante fu svolto da Marino Tremonti, con decreto presidenziale del 6 marzo 1978 nasce un autonomo Ateneo friulano. Il primo e solo ateneo in Italia che non nasce dall’alto con decreto ministeriale, ma che nasce da una proposta di legge popolare.
Il fine dell’Ateneo, fissato dai padri fondatori e recepito dal legislatore, è quello di: “Contribuire al progresso civile, sociale e alla rinascita economica del Friuli” (art. 26 legge 546/77).
Per supportare il neonato Ateneo, Marino Tremonti vi si iscrisse anche, al corso di laurea in Conservazione dei beni culturali, e riuscì anche a sostenere qualche esame.
A quel punto il Comitato non venne disarmato, i compagni di scalata continuarono la salita: l’obiettivo era la Facoltà di Medicina.
Questa venne costituita nel 1982 e attivata nell’a.a. 1986-1987.

Da allora l’Università del Friuli ha fatto molta strada, ha aperto nuove vie fra le vette del mondo.
È stato uno strumento di riscatto per molti friulani, mantenendo costantemente fede alla propria missione costitutiva e affrontando le sfide con lo stesso coraggio dei padri».

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