Lavoro delle Officine Demografia e territorio e Servizi sociosanitari

Studenti Uniud ai tempi del Coronavirus: quasi 2.000 questionari restituiti, consapevolezza e senso di responsabilità

Successo per l'iniziativa sviluppata da Orienta Salute e Cantiere Friuli. Prossima indagine sui docenti

Primi risultati generali del questionario online “Gli studenti Uniud ai tempi del Coronavirus tra percezioni e consapevolezze”; l'indagine finalizzata a valutare l’impatto dell’emergenza sulla percezione del rischio e sulle paure degli studenti dell'ateneo friulano, a sondare la loro conoscenza e consapevolezza rispetto all’importanza delle misure igienico-sanitarie adottate e ad analizzare il peso delle prescrizioni sulla loro vita quotidiana.

Grande soddisfazione, alla luce del successo dell'iniziativa, fa trasparire Mauro Pascolini, coordinatore di Cantiere Friuli, uno dei progetti strategici dell’Università di Udine, mentre sottolinea che «ancora una volta l’Università ha dimostrato, anche attraverso il lavoro di Cantiere Friuli, di essere molto attenta e presente nel contesto sociale e territoriale in cui è inserita, soprattutto nelle situazioni di emergenza, proprio come quella determinata dal Coronavirus. Alla vigilia del 44esimo anniversario degli eventi sismici del 1976 – rileva il docente - emerge chiaramente la necessità di riprendere i valori e la progettualità che è stata la forza della Ricostruzione di allora per fronteggiare quella di oggi: l’Università è presente e pronta a dare il suo contributo anche tramite la conoscenza di come le diverse componenti hanno vissuto e stanno vivendo questo difficile periodo».

Alcune considerazioni sui primi risultati sono proposte dai curatori dell'indagine, frutto di un lavoro di ricerca congiunto tra le Officine “Persone, comunità e servizi socio-sanitari” e “Demografia e territorio” del Cantiere Friuli dell'Università di Udine.

«Provvederemo a diffondere a breve le analisi statistiche più approfondite – hanno annunciato i coordinatori dell'iniziativa – è tuttavia importante sottolineare nell'immediato che c'è stata una forte risposta al nostro strumento di indagine da parte della "popolazione studentesca" coinvolta. Sono stati infatti 1.908 i questionari raccolti, pervenuti oltretutto in tempi rapidissimi. Non immaginavamo, all'inizio, di sfondare la soglia dei 1.000, quindi si tratta di risultati andati ben oltre le nostre aspettative».

Il questionario, comprensivo di una ventina di domande, è stato realizzato e somministrato alla fine del mese di aprile in Fase 1 per monitorare la percezione degli studenti dell’Università di Udine rispetto alla gravità della situazione in corso, al rischio di ammalarsi, alla pericolosità delle malattie, all'efficacia della comunicazione in tempo di Covid-19 e rispetto alla conoscenza delle prescrizioni igienico-sanitarie.

Sono 1.908, dunque, gli studenti che hanno preso parte all’indagine provenienti per lo più dal Friuli Venezia Giulia (Udine per il 47%, e Pordenone per il 18,3%) e dal Veneto (Treviso per il 12,3%). La maggioranza dei rispondenti è costituita dalle studentesse, quasi al 70%, che frequentano in prevalenza Corsi di Laurea triennali (66%) equamente distribuiti tra area umanistica (35,3%), scientifica (30,3%), economico-giuridica e medica (34,4%).

«Uno dei dati emersi con maggiore forza dalla indagine è certamente l’alto senso di responsabilità percepito dai giovani nel contenimento della diffusione del virus attraverso i propri comportamenti - spiega Carolina Laperchia, giornalista e responsabile di produzione e post-produzione del portale Orienta Salute, progetto di ricerca nato all’interno dell’Officina “Persone, comunità e servizi socio-sanitari” da un’idea del prof. Silvio Brusaferro che, dopo aver coordinato l’Officina, attualmente ricopre il ruolo di presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, in prima linea in questa emergenza nazionale - La quasi totalità dei rispondenti (96,5%) - aggiunge Laperchia - si è infatti dichiarata parte attiva nel processo di salvaguardia della salute pubblica». Interessante, inoltre, il dato relativo alle fonti utilizzate dagli studenti coinvolti nell’indagine per informarsi. «Appare evidente che la televisione si configura come principale strumento per il 26% degli studenti – aggiunge Carolina Laperchia - seguita dai siti online dei giornali e dai siti delle istituzioni preposte a gestire l’emergenza tra cui l’Istituto Superiore di Sanità e il Governo-Ministero della Salute (19%), considerati oltretutto chiari e comprensibili dal 65% dei rispondenti».

Secondo Mario Casini, membro della stessa Officina e responsabile scientifico di Orienta Salute, sono molto significative anche le risposte alle domande sulla percezione del rischio e sulla paura delle malattie. «Vi è sicuramente una maggiore attenzione al rischio (76,3%) e al pericolo rappresentato da questo tipo di malattie, indirettamente confermata dalle risposte sul comportamento responsabile e dall’attenzione dimostrata per le norme igienico sanitarie che riguarda la quasi totalità dei rispondenti. Questi dati sembrerebbero suggerire che, accanto alla conoscenza, anche la paura e la preoccupazione sono validi stimoli a un comportamento consapevole e adeguato».

«Questa prima rilevazione sugli studenti ha avuto un grande successo; quasi 2.000 questionari in una settimana segnalano infatti una partecipazione mai raggiunta nelle indagini precedenti e dimostrano concretamente come la pandemia abbia toccato nel profondo la vita di tutti noi, anche dei più giovani», sottolinea Gian Pietro Zaccomer, geografo quantitativo e referente dell’Officina Demografia e territorio con il demografo Alessio Fornasin e il geografo Andrea Guaran. «Ulteriori analisi statistiche sono ancora in corso e verranno diffuse a breve. Nel frattempo, entro la fine di maggio, avvieremo una nuova indagine rivolta invece al personale docente, tecnico e amministrativo dell’Università per esplorare ancora più in profondità alcune tematiche già sottoposte agli studenti ed avere un primo riscontro dell’impatto della fase 2 sul personale d’Ateneo».

 

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