Welcome day 2018/19: il saluto del rettore ai nuovi iscritti Uniud

Ieri sera al PalaCus la festa di benvenuto alle matricole

Mercoledì 28 novembre si è svolto presso il PalaCus il Welcome day per i nuovi iscritti dell’Università di Udine. All'evento hanno partecipato 1.100 studenti. «L'iniziativa - dice Manuela Croatto, responsabile dell'Area Servizi agli studenti - ha riscosso molto successo perchè è stata pensata "a misura di studente", proprio come vuole essere l'Università di Udine. Qui si studia, si fatica, ma non si dimentica di divertirsi, di essere squadra, di stare bene insieme».

Ecco il saluto di benvenuto del rettore Alberto De Toni:

«Care matricole non so se lo sappiate, ma non vi siete iscritte solo all’Università di Udine, vi siete iscritte anche ad una promessa. E per dimostrarvelo vi racconterò una fiaba che conoscete bene: quella di Pinocchio…

La Fata Turchina, tutta contenta, promette a Pinocchio: “Domani finalmente il tuo desiderio sarà appagato! Domani finirai di essere un burattino di legno, e diventerai un ragazzo perbene”. Come è noto, questa promessa non sarà mantenuta. Pinocchio si lascerà distrarre da Lucignolo e seguendolo nel “Paese dei Balocchi”, invece di diventare un ragazzo, diventerà un ciuchino.

D’altra parte la promessa della Fata, proprio perché una promessa, non poteva che rimettersi nelle mani del burattino, attendendo da quest’ultimo una risposta e un’adesione. A una promessa bisogna credere, con una promessa bisogna impegnarsi; lo “statuto” della promessa è al tempo stesso semplice ed estremamente drammatico: è quello della sospensione che con insistenza cerca un punto di appoggio nella iniziativa di colui a cui essa stessa si rivolge. In altre parole: la Fata non può fare nulla senza Pinocchio, e quest’ultimo può diventare un ragazzo solo a condizione che ci creda, che lo desideri, che si impegni.

In effetti l’azione principe attorno alla quale ruota l’intero racconto di Collodi è proprio quello del “diventare”; e se si fa bene attenzione, presto ci si accorge che questo verbo - qualificando non solo la vicenda di Pinocchio ma anche quella di Geppetto - si precisa in modo sorprendente secondo il modo d’essere del dover “diventare figlio” e del dover “diventare padre”. Da questo punto di vista le “avventure” narrate da Collodi non sono mai solo quelle di Pinocchio, ma sempre anche quelle di Geppetto, non potendo mai essere le une essere anche senza le altre: a essere più precisi, sono le avventure del “diventare figlio” del burattino Pinocchio che, in quanto tali, si intrecciano essenzialmente con le avventure del diventare padre del falegname Geppetto.

Emerge così con chiarezza, all’interno del capolavoro di Collodi, il grande tema della “doppia nascita”. La persona viene alla vita, come ogni altro essere vivente, senza poterlo decidere ma, a differenza di ogni altro essere vivente, non diventa uomo o donna senza deciderlo.

L’“umanità” infatti non è - come si è soliti definire - “nuda vita” e rappresenta sempre una condizione che deve essere raggiunta e guadagnata, superando ostacoli e prove, accettando sconfitte e delusioni. La vita semplicemente accade, l’umanità, invece, deve essere cercata, voluta, conquistata. Non si nasce uomo o donna, ma lo si diventa: l’uomo e la donna sono chiamati a diventare quell’unico se stesso e, per diventarlo, devono nascere una seconda volta; dopo essere nati come individui viventi devono rinascere come soggetti umani, devono nascere alla loro propria ed esclusiva umanità.

Interpretando metaforicamente la fiaba, la Fata Turchina è l’Università, Pinocchio lo studente, Geppetto il docente. Se lo studente (Pinocchio) si laurea (diventa figlio), allora il docente (Geppetto) può considerarsi un maestro (diventa padre). In altre parole: gli studenti sono iscritti a una promessa. E i veri maestri sono i docenti capaci di accompagnarli con successo nel loro percorso. E la Fata Turchina dell’Università – anche con i servizi agli studenti - ha il compito di non abbandonare Pinocchio a Lucignolo, vanificando così le speranze di Geppetto.

Il motto della nostra università è Hic Sunt Futura: qui si può realizzare quel futuro dove Pinocchio diventa bambino, Geppetto diventa padre e la Fata vede realizzarsi la sua promessa!

Care matricole benvenute nel cantiere del vostro futuro!».

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