2 Luglio 2015 – 
        
                
                Nuove tecnologie e metamorfosi funzionali
Alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo scientifico e tecnologico
 
             Il tema dell’incontro rivela un  approccio multidisciplinare, mettendo in gioco due importanti forme di  conoscenza per la società moderna: da un lato la tecnologia, dall’altro  la biologia evoluzionistica. Queste due forme di conoscenza hanno un  percorso comune, iniziato da 1,8 – 1,9 milioni di anni fa, da quando  cioè l’homo habilis ha creato le prime tecnologie.
Il fatto che biologia evoluzionistica e  tecnologie siano andate di pari passo dimostra che la tecnologia è  tutt’altro che secondaria, non solo per l’utilità che può dare ma anche  per la conoscenza o gli strumenti di conoscenza che ci può offrire.  Clifford Connor1, nella sua ‘Storia popolare della scienza’, sostiene  che la prima e più importante forma di scienza è proprio la tecnologia.  Anche William Brian Arthur, uno dei più grandi studiosi di questi temi,  ci aiuta a comprendere come tecnologia ed evoluzione dell’uomo possano  essere ricondotti a modelli e meccanismi affini: “Tutte le tecnologie,  anche le più innovative, sono sempre costruite su altre già esistenti e  riadattate per nuovi obiettivi, in un processo cumulativo e  inarrestabile che ricorda l’evoluzione biologica delle specie viventi”.
 
 Evidentemente esiste una forte similitudine tra i  meccanismi evolutivi biologici e quelli che sottostanno all’evoluzione  della tecnologia. Se concepiamo, infatti, l’evoluzione biologica in  senso esteso o pluralistico, cioè non riducendola semplicemente  all’adattazionismo darwiniano di variazione tra individui e selezione  naturale, ecco allora che si aprono nuovi scenari e nuovi spiragli. In  particolare, in questo contesto che viene definito di “sintesi estesa”  vi è un aspetto molto importante, che è quello che ci viene presentato  questa sera e che è riassumibile con una parola nuova, un neologismo per  noi. Uso direttamente il termine inglese perché la traduzione italiana  ci dice poco: ‘exaptation’, che in italiano potremmo rendere, anche se  impropriamente e non in senso letterale, con cooptazione.
 Solitamente un carattere si evolve per una data  funzione, ma può accadere che, in un secondo momento, questo stesso  carattere venga utilizzato per una seconda funzione. L’esempio più  significativo è quello degli uccelli che hanno evoluto le piume dapprima  come strumento di termoregolazione del corpo e, solo in un secondo  tempo, le piume, diventate penne, sono state ‘exattate’ o cooptate per  svolgere funzioni di volo. Su questo dice bene ancora Brian Arthur2:  «Ogni mezzo per raggiungere uno scopo è una tecnologia. Ed è cercando di  rispondere a nuove domande che l'uomo ha sempre trovato nuove  risposte». Questa è la sfida che l’uomo dovrà affrontare per il futuro.  Questa è la vera strada per dare un futuro all’umanità.
 
 1. Clifford Connor, ‘Storia popola re dell scienza’, Tropea editore, Milano 2008
2. William Brian Arthur, ‘La natura della tecnologia’, Codice, Torino 2011.
 2. William Brian Arthur, ‘La natura della tecnologia’, Codice, Torino 2011.
L’incontro, presentato e coordinato da Angelo  Vianello, delegato del Rettore alla Cultura,  rientrava negli  appuntamenti ‘Aperture 2014’: giovedì 8 maggio 2014, Auditorium del  Palazzo di Toppo Wassermann, Udine, via Gemona 92. Evento organizzato  dall’Università di Udine, in collaborazione dell’Assessorato alla  Cultura del Comune di Udine, la Camera di Commercio di Udine e la  Fondazione Crup.
 Pierpaolo Andriani è professore di  Management dell’innovazione e Teoria della complessità alla Kedge  Business School a Marsiglia. Ha ricevuto il PhD alla Durham University  (UK). I suoi interessi di ricerca si concentrano sull’impatto della  teoria della complessità interpretata in chiave evolutiva  sull’innovazione. I suoi articoli sono apparsi sulle migliori riviste  internazionali del settore.
Giuseppe Carignani, ingegnere, docente  dell’Isis Malignani di Udine, collabora con il Laboratorio di Ingegneria  gestionale (Università di Udine) occupandosi di ricerca su origine ed  evoluzione della tecnologia, didattica dell’innovazione, di creatività  tecnologica.