Pubblicazioni su “Journal of American Chemical Society”
e “Nature Structural & Molecular Biology”

Ricerca di nuovi farmaci più efficaci con tempi e costi notevolmente ridotti

Grazie agli studi del gruppo di Biofisica dell’Università di Udine

Rino Esposito: «Risultati avvincenti che ci incoraggiano
a proseguire nonostante la drammatica ristrettezza di finanziamenti»

Doppio importante risultato per il gruppo di Biofisica dell’Università di Udine, con la pubblicazione di due lavori di ricerca da parte di altrettante fra le più prestigiose riviste scientifiche a livello internazionale. “Journal of American Chemical Society” ha reso disponibile on line (http://dx.doi.org/10.1021/ja209004q) e pubblicherà fra qualche mese lo studio su “BLUU_Tramp – Biophysycs Laboratory University of Udine Temperature ramp”, nuovo metodo per l’identificazione precisa e veloce degli amminoacidi chiave per la stabilità e la funzione di una proteina: il metodo studiato dai ricercatori udinesi consentirà di ridurre sensibilmente tempi e costi per ottenere nuovi farmaci più efficaci. “Nature Structural & Molecular Biology” pubblicherà, invece, il lavoro, realizzato in collaborazione con i biochimici di Firenze, che dimostra l’azione determinante di un anticoagulante naturale, l’eparina, nella formazione di precursori dei depositi amiloidi di proteine, gli stessi che provocano malattie come l’Alzheimer e il Parkison.

Il gruppo di Biofisica udinese è composto da Alessandra Corazza, Rino Esposito, Federico Fogolari, Paolo Viglino. Allo studio su BLUU_Tramp hanno partecipato anche Enrico Rennella e Luca Codutti, dottori di ricerca che hanno conseguito il titolo nel Laboratorio di Biofisica di Udine e che attualmente lavorano, rispettivamente, al Centre d’Etudes Atomique di Grenoble in Francia e allo European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg in Germania.

L’impatto previsto per la metodica BLUU-Tramp è notevole: «essenzialmente – spiega Rino Esposito – si apre la via alla una nuova applicazione della microcalorimetria mediante risonanza magnetica nucleare (NMR)». Tuttavia, non manca il rammarico legato alla situazione di ristrettezza dei finanziamenti «che sarebbero invece necessari – sottolinea Esposito - sia per la strumentazione adeguata per sfruttare le potenzialità della nuova tecnica, sia per le risorse umane per la massa critica del Laboratorio. Per quanto BLUU_Tramp abbia, metaforicamente, impresso una spinta forte verso l’alto allo strumento NMR di Udine, proprio come il tramp, cioè il telone elastico per le acrobazie, l’apparecchio risulta datato, con una sensibilità troppo bassa per gli standard odierni».

La necessità di una riqualificazione strumentale e di un incremento delle forze, inoltre, viene sottolineata proprio dal lusinghiero risultato ottenuto dai biofisici udinesi nello studio sull’eparina. «Si tratta – sottolinea Esposito – di un risultato rilevante che potrà dar luogo a ulteriori e importanti sviluppi proprio con l’applicazione del metodo BLUU-Tramp. La prospettiva è avvincente e ci incoraggia a proseguire, nonostante la situazione non consenta nemmeno di richiamare i nostri validi giovani ricercatori. La speranza è che le attuali difficoltà di sistema siano superate e sia possibile cambiare il corso delle scelte politiche nei confronti della ricerca».

Soddisfazione per i risultati ottenuti dai ricercatori udinesi anche da parte di Michele Morgante, delegato alla ricerca dell’Università di Udine, che sottolinea come «il gruppo di Biofisica della nostra Università, racchiudendo sia le competenze di biofisica strutturale che di bioinformatica, potrebbe ambire a diventare un riferimento a livello nazionale in questi campi di ricerca di grande importanza anche in chiave applicativa».

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