3 Giugno 2005
Inaugurazione giovedì 9 giugno nella chiesa di S. Francesco
Italiani in Iraq, una mostra-documento sull'opera svolta in campo culturale
Più di 350 scatti raccontano interventi,
monumenti, vita a Baghdad e in terra irachena
Oltre 350 fotografie per documentare e raccontare il lavoro in campo culturale svolto in Iraq tra il dicembre 2003 e il giugno 2004 dagli esperti italiani inviati a Baghdad dal ministero italiano degli Affari esteri. E’ “Iraq: lavori in corso. Attività italiane a salvaguardia del patrimonio archeologico e artistico dell’Iraq”, la mostra fotografica che sarà inaugurata giovedì 9 giugno alle 18 nella chiesa di San Francesco in largo Ospedale vecchio a Udine, e che rimarrà visitabile fino a domenica 3 luglio. L’esposizione, realizzata dall’Università di Udine, dall’assessorato alla Cultura della Provincia e dal Comune di Udine, e dall’Associazione culturale Vicino e lontano, è stata ideata e organizzata da Giovanni Curatola, ordinario di Archeologia e storia dell’arte musulmana della facoltà di Lettere e filosofia dell’università di Udine, che per sette mesi a Baghdad, chiamato Civil Provisional Authority (Cpa), è stato impegnato, insieme agli esperti in vari campi, ad avviare l’opera di recupero in Iraq.
Il materiale fotografico, in particolare, riguarda gli interventi di ricognizione dei monumenti storici islamici di Baghdad, la riattivazione del Laboratorio di restauro del Museo Nazionale Iracheno, gli interventi di ricognizione dei siti archeologici della provincia del Dhi Qar da parte dei Carabinieri dello Speciale nucleo del patrimonio artistico, il recupero informatizzato delle foto d’archivio depositate al Museo Nazionale Iracheno. Ancora, i materiali islamici di studio per la riapertura della sezione islamica del Museo Nazionale e gli italiani a Baghdad. Infine, le vedute satellitari dei siti archeologici iracheni, materiale del censimento avviato con il “Ruins project” gestito da Giovanni Curatola nell’ambito del più ampio programma di istituzione di un Corpo speciale di guardie archeologiche (Fps). La mostra nasce «con l’obiettivo – spiega Curatola – di documentare i lavori svolti dagli esperti italiani a Baghdad e in Iraq lo scorso anno».
Nella capitale irachena, Giovanni Curatola ha operato nel periodo di governo della coalizione, guidato da Paul Bremer, ambasciatore americano nominato da Bush, e composto da una serie di ministeri che affiancavano quelli iracheni. Precisamente, Curatola ha operato per il ministero della Cultura, guidato dall’ambasciatore Mario Bondioli Osio, insieme all’archeologo americano Jhon Russell. Un compito vastissimo quello affidatogli «che comprendeva – ricorda il professore – ogni tipo di azione di salvaguardia del patrimonio. Come in una sorta di pronto soccorso ci siamo trovati ad occuparci di architettura, biblioteche e cinema, fino alla danza. In Iraq mi sono sentito utile».
Il materiale fotografico, in particolare, riguarda gli interventi di ricognizione dei monumenti storici islamici di Baghdad, la riattivazione del Laboratorio di restauro del Museo Nazionale Iracheno, gli interventi di ricognizione dei siti archeologici della provincia del Dhi Qar da parte dei Carabinieri dello Speciale nucleo del patrimonio artistico, il recupero informatizzato delle foto d’archivio depositate al Museo Nazionale Iracheno. Ancora, i materiali islamici di studio per la riapertura della sezione islamica del Museo Nazionale e gli italiani a Baghdad. Infine, le vedute satellitari dei siti archeologici iracheni, materiale del censimento avviato con il “Ruins project” gestito da Giovanni Curatola nell’ambito del più ampio programma di istituzione di un Corpo speciale di guardie archeologiche (Fps). La mostra nasce «con l’obiettivo – spiega Curatola – di documentare i lavori svolti dagli esperti italiani a Baghdad e in Iraq lo scorso anno».
Nella capitale irachena, Giovanni Curatola ha operato nel periodo di governo della coalizione, guidato da Paul Bremer, ambasciatore americano nominato da Bush, e composto da una serie di ministeri che affiancavano quelli iracheni. Precisamente, Curatola ha operato per il ministero della Cultura, guidato dall’ambasciatore Mario Bondioli Osio, insieme all’archeologo americano Jhon Russell. Un compito vastissimo quello affidatogli «che comprendeva – ricorda il professore – ogni tipo di azione di salvaguardia del patrimonio. Come in una sorta di pronto soccorso ci siamo trovati ad occuparci di architettura, biblioteche e cinema, fino alla danza. In Iraq mi sono sentito utile».