Primi risultati degli scavi archeologici dell’ateneo friulano

Castelliere di Sedegliano più "vecchio" del previsto, risale al Bronzo antico

Costruito intorno al 1700 a.C., lo dimostrano i test al carbonio

        Sono ripartiti da poche settimane, ma gli scavi del castelliere di Gradisca di Sedegliano hanno già dato i primi frutti. Dalle analisi al carbonio 14 (C14), commissionate ad un laboratorio specializzato di Miami in Florida, su un frammento di osso umano è emerso che la tomba, e quindi il primitivo impianto di fortificazione del castelliere, è più antica di circa due o tre secoli rispetto alla data ipotizzata. Il castelliere di Gradisca di Sedegliano, dunque, non sarebbe stato costruito intorno al 1500-1400 a. C, ma addirittura verso il 1700 a.C., nel momento di passaggio dall’età del Bronzo antico a quella del Bronzo medio. “La datazione – spiega Paola Cassola Guida, professore di Preistoria e protostoria dell’università di Udine e direttore scientifico degli scavi – sarà confermata da altri dati successivi che, se dovessero confermare questa ipotesi, allineerebbero il castelliere di Sedegliano e, in generale, i primi abitati fortificati del Friuli ai più antichi insediamenti della pianura padana e del territorio carsico-istriano”. 

        Gli scavi del castelliere, organizzati dal dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’università di Udine con il contributo della Fondazione Crup, del Comune di Sedegliano e del ministero dell’Università e della Ricerca, vedono al lavoro sul campo anche un nutrito numero di studenti del corso di laurea in Conservazione dei beni culturali dell’ateneo friulano. Il castelliere di Sedegliano è sicuramente il meglio conservato tra i villaggi del Friuli e già nei precedenti sondaggi del 2000 e del 2004 aveva rivelato numerosi indizi interessanti. “La scoperta di uno scheletro – racconta Cassola Guida – privo di corredo e deposto in una fossa rettangolare ha fatto del castelliere un unicum nel quadro della protostoria friulana, visto che in precedenza non si conosceva in Friuli nessuna sepoltura risalente all’età del bronzo medio-recente. Le analisi preliminari hanno consentito di stabilire che si trattava di un individuo di sesso maschile, molto robusto e di statura per quei tempi eccezionale (tra 1,73 e 1,76 metri), morto tra i 45 e i 55 anni”. 

        Quest’anno, l’obiettivo della campagna di scavo sarà quello di precisare la sequenza delle fasi costruttive e di raccogliere informazioni sui materiali usati nei diversi rifacimenti, sulle tecniche impiegate, sull’andamento del fossato esterno. Ma per gli scavi archeologici sui castellieri sono in arrivo altre novità. L’università di Udine, infatti, stipulerà una convenzione di tre anni con 10 comuni della pianura friulana con l’obiettivo di tutelare le strutture protostoriche ritrovate, in particolare tumuli funerari e castellieri, e assicurare in questo modo continuità allo studio delle età del bronzo e del ferro in Friuli. “È lecito – conclude Cassola Guida – aspettarsi che le ricerche forniscano nel prossimo futuro altre sorprese e novità importanti”.

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