Appuntamento mercoledì 16 maggio in sala Ajace

"La città come investitore, pubblico e privato dopo la fine dei talismani ideologici"

Nell’ambito di Ingenium 2007 – l’Università incontra la città

        «Due principi fondamentali, oggi, devono guidare il futuro della città: il suo “riaddensamento” e la partecipazione di pubblico e privato, insieme, per trasformare le aree di crisi». Parola di Augusto Romano Burelli, tra i maggiori architetti del panorama italiano, noto a livello internazionale per le sue opere, attento conoscitore dell’architettura contemporanea e delle sue tecniche. Attorno a questi temi Burelli, docente di Composizione architettonica e urbana nei corsi di laurea in Architettura della facoltà di Ingegneria dell’università friulana, terrà la conferenza “La città come investitore: pubblico e privato dopo la fine dei talismani ideologici”, mercoledì 16 maggio alle 20.30 nella sala Ajace del palazzo municipale D’Aronco di Udine. L’incontro, aperto al dibattito con il pubblico, è parte di “Ingenium 2007 – L’Università incontra la città. Le nuove frontiere dell’Ingegneria e dell’architettura”, l’iniziativa promossa dalla facoltà di Ingegneria dell’ateneo di Udine per far conoscere e discutere tematiche tecnico-scientifiche di grande influenza sociale.
 
            «È ora – anticipa Burelli – di dire basta all’espansione delle città. La parola d’ordine è “riaddensamento urbano”. I centri non vanno più lasciati espandersi senza una forma precisa obbedendo solo a normative astratte, che nulla hanno a che fare con l’architettura, finendo per distruggere le bellissime campagne che abbiamo. Il Friuli è ancora in tempo – continua Burelli -. Basta, dunque, con la costruzione di villette e capannoni. Gli incentivi, invece, vanno dati alla sistemazione dei rustici e dei borghi. Il Friuli può ancora tentare di crescere sul “modello Toscana e Umbria”». Un secondo principio, secondo Burelli, è quello che «le amministrazioni non possono pianificare a tasche vuote. Pubblico e privati devono sedersi al tavolo discutendo sul futuro delle aree di crisi della città e insieme fare i piani di ricostruzione urbana. Le amministrazioni hanno come unica carta moneta, ma una carta moneta molto potente, i “bonus aedificandi”; con questa possono agire e guidare lo sviluppo della città».
 
        Oggi i problemi di gestione della città europea stanno cambiando «e non si può più – afferma Burelli - progettare una trasformazione urbana senza coinvolgere i privati con le loro risorse economiche». Se la città europea ha toccato il limite della sua espansione, per cui si impone l’imperativo “costruire sul già costruito”, come avviare procedure che vedano pubblico e privato lavorare insieme, demolendo e ricostruendo? Si possono liberare i piani regolatori dalla ragnatela di norme,che continuano a tessere, e cercare di attuarli attraverso i “piani di ricostruzione urbana”? La conferenza cercherà risposte anche a questi interrogativi.
 
        Nato a Udine nel 1938, Augusto Romano Burelli in Friuli ha realizzato il recupero dell’ex mensa del Cotonificio udinese, ora sede del dipartimento di Georisorse dell’Università di Udine, la sede dell’Azienda agraria universitaria “Antonio Servadei”, i municipi dei Comuni di Porcia, Cercivento, Montenars, e di Oderzo, nel trevigiano, le chiese di S. Lucia a Gemona del Friuli, San Giorgio e S. Elena a Montenars; il campanile di Magnano in Riviera e, di recente, la torre-cantina Perusini a Corno di Rosazzo. Recentemente ha costruito la torre di Potsdam, un quartiere ad abitazione a Berlino, e sta ultimando il progetto di un grande edificio sull’Unter den Linden.
 
        Nel 1991 ha vinto il “Leone di pietra” per la migliore partecipazione italiana alla quinta Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia. Due i suoi modelli ideali, ai quali ha dedicato numerose mostre, conferenze, ricerche e pubblicazioni: Sinan, l’ingegnere-architetto ottomano delle trecento moschee, ponti e caravanserragli, e Karl Friedrich Schinkel, l’architetto degli Hohenzollern, riconosciuto padre della architettura tedesca, i cui disegni Burelli, nel 1982, ha fatto uscire per la prima volta dai sotterranei dell’Altes Museum di Berlino per allestire una mostra nell’Ala Napoleonica a Venezia e in Campidoglio a Roma. Ha realizzato numerose mostre personali, in particolare a Berlino, Parigi, Heidelberg, Potsdam, Venezia, Matera e Mantova. È autore di decine di libri, pubblicazioni e studi sull’architettura e il suo passato, in Italia e all’estero.

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