Vertice di esperti di agenzie Onu e istituti scientifici a Venzone, Gemona, Palmanova
Resilienza ai disastri: l’esperienza del terremoto in Friuli fa da laboratorio per l’Europa
Il post sisma testato per migliorare le strategie di resilienza alle crisi contribuendo allo sviluppo sostenibile. Organizzato da Ince, Ateneo friulano, Cism con il sostegno dell'assessorato all'università della Regione Fvg
Dall’esperienza del terremoto del Friuli utili indicazioni per la messa a punto di strategie per il miglioramento della resilienza ai disastri per lo sviluppo sostenibile. È la valutazione concorde espressa dalla ventina di esperti di varie organizzazioni delle Nazioni unite e di istituti scientifici dell’area centro europea che si sono incontrati in Friuli nell’ambito della “Piattaforma per la resilienza ai disastri, per lo sviluppo sostenibile” promossa dall’Iniziativa centro europea (Ince) e dall’Università di Udine con il sostegno dell’assessorato alla ricerca della Regione Friuli Venezia Giulia.
L’obiettivo era testare, usando come caso studio l’esperienza del terremoto del Friuli, le più avanzate chiavi interpretative di governance della resilienza ai disastri e alle crisi che si stanno mettendo a punto nell’ambito delle politiche di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Gli esperti hanno visitato Venzone, la Scuola internazionale di formazione in materia di gestione della risposta in emergenza sismica (Serm) dell’Ateneo udinese a Portis di Venzone, Gemona del Friuli e la sede della Protezione civile di Palmanova. Le conclusioni si sono svolte al Centro internazionale di scienze meccaniche (Cism) a Udine con anche la partecipazione di Ketty Segatti, direttore centrale per particolare funzioni della Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione Friuli Venezia Giulia.
Ciò che è emerso è che l’esperienza della ricostruzione del Friuli può essere vista come esempio ante litteram di resilienza. «Si sono inoltre ottenuti molti spunti di riflessione e di metodo che, se ricontestualizzati, possono essere utilizzati anche in scenari e contesti molto diversi da quelli di allora – spiega il coordinatore dell’iniziativa, Stefano Grimaz, direttore della Cattedra Unesco dell’Ateneo friulano – caratterizzati da una più elevata instabilità, complessità e incertezza con interconnessioni tali da produrre ricadute a livello internazionale».
Si tratta di un percorso di studio e condivisione internazionale promosso dalla Cattedra Unesco dell’Università di Udine sulla “Sicurezza intersettoriale per la riduzione dei rischi di disastro e la resilienza”.
«Il percorso – sottolinea Grimaz – è iniziato l’anno scorso a Udine con il lancio della piattaforma “Resilienhance” che vede la collaborazione sinergica dell’Ince, dell’Università di Udine e del Cism con il finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia. Un’iniziativa che assegna al Friuli, rinato dal terremoto, il ruolo di centro di studio e confronto internazionale sul tema della resilienza ai disastri per lo sviluppo sostenibile».