Martedì 8 maggio ritornano le “Conferenze di Archivistica”

Storia e memoria negli archivi comunali, ecclesiastici e di epoca fascista

Vicende e riordino degli archivi del comune di Udine
e presentazione dei tirocini formativi post laurea

 
            Offrire ai cittadini un’occasione di incontro e dibattito per far conoscere alcune iniziative legate alla conservazione, alla tutela e alla valorizzazione della memoria collettiva, al fine di sensibilizzare la comunità e preservare il ricco patrimonio storico-documentario, pubblico e privato, presente sul territorio regionale e nazionale. È l’obiettivo delle “Conferenze di Archivistica”, l’iniziativa promossa dalle cattedre di archivistica e archivistica speciale della facoltà di Lettere e filosofia dell’ateneo di Udine, giunta alla terza edizione. Primo appuntamento martedì 8 maggio alle 17 nel salone del Tiepolo di palazzo Caiselli, in vicolo Florio 2, a Udine, con “Gli archivi del comune di Udine, storia, tutela e valorizzazione”.
 
            Francesca Tamburlini, responsabile della sezione manoscritti e rari della civica biblioteca Joppi di Udine, e Paolo Adorinni, responsabile della Segreteria generale dell’amministrazione comunale cittadina, tratteranno rispettivamente la storia della parte più antica dell’archivio comunale e i lavori intrapresi dal novembre 2006 per la sistemazione degli attuali archivi di deposito. Roberto Navarrini e Ugo Falcone, docenti di archivistica all’università di Udine, chiuderanno l’incontro presentando i tirocini formativi, generosamente sostenuti dal comune di Udine, destinati a neolaureati in archivistica che avranno la possibilità di svolgere, all’interno degli archivi comunali, un’esperienza formativa post laurea retribuita.
 
            Le Conferenze di Archivistica 2007 prevedono tre incontri nel mese di maggio. «Abbiamo voluto – spiega Falcone – porre l’attenzione su alcuni temi conduttori, gli archivi comunali, gli archivi del periodo fascista, gli archivi ecclesiastici, che per la loro peculiarità e importanza possono interessare non soltanto i nostri studenti e gli archivisti di professione, ma anche un pubblico più eterogeneo, dagli storici ai cultori di storia locale, dai giuristi a coloro che sono preposti alla conservazione dei beni culturali».

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