23 Settembre 2020
Venerdì 25 settembre alle 19 nella sala Madrassi di Udine
I “bimbi invisibili”, figli di migranti irregolari, in uno spettacolo teatrale
Appuntamento organizzato dall’Università di Udine, nell’ambito del Festival dello Sviluppo sostenibile
Nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile, in programma dal 22 settembre all'8 ottobre in tutta Italia e in rete, venerdì 25 settembre dalle ore 19, nella la sala Madrassi di via Gemona 66 a Udine, il gruppo teatrale NonSoChe metterà in scena lo spettacolo “Nelle mani degli dei. L'Odissea di un bimbo invisibile”, scritto da Giuseppina Trifiletti, con la regia di Daniela Zorzini e la partecipazione dell’attore Francesco Cevaro.
L’ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento dei 100 posti consentiti. Si consiglia la prenotazione scrivendo all’indirizzo mail francesco.bilotta@uniud.it. L’organizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione del parroco di San Quirino, don Claudio Como, e di tutti i volontari della parrocchia.
Lo spettacolo offre un’occasione per far conoscere e per riflettere sulla condizione delle bambine e dei bambini nati in Italia che non vengono registrati all’anagrafe, in quanto figli di migranti irregolari. «In base alla legge sull’immigrazione, infatti – spiega Francesco Bilotta del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo friulano –, è necessario il permesso di soggiorno per registrare all'anagrafe i neonati, sicché le persone migranti irregolari non si recano all’anagrafe per non essere esposte al rischio di espulsione o ad altre forme di grave penalizzazione. Per tale motivo, queste bambine e questi bambini sono privi del certificato di nascita e diventano bimbi senza nome, discriminati, esclusi e privati di ogni diritto e protezione».
In linea con le tematiche del Festival dello sviluppo sostenibile, «lo spettacolo – sottolinea Francesco Marangon, delegato del rettore per la Sostenibilità e referente dell’Ateneo di Udine per la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (Rus) – intende offrire a tutti l’opportunità di riflettere su uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite. Il sedicesimo obiettivo, infatti, è dedicato alla promozione di società pacifiche e inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, e si propone di fornire l’accesso universale alla giustizia, e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli. Sembra incredibile pensare che nel nostro Paese possano vivere ancora persone non registrate alla nascita, ma è un problema reale che va affrontato e risolto».
«Si può parlare di diritti fondamentali attraverso un linguaggio accessibile a tutte e tutti come è quello di uno spettacolo teatrale – sottolinea Marina Brollo, delegata del rettore per il Trasferimento della conoscenza e coordinatrice del Laboratorio Lavoro presso il Dipartimento di Scienze giuridiche –. La ricerca giuridica serve proprio a far emergere e proporre soluzioni ai problemi della quotidianità. La condizione dei bambini e delle bambine fantasma contrasta con una cultura inclusiva dei diritti prima ancora che con l’Agenda 2030 delle Nazioni unite».
L’ingresso è libero e gratuito fino a esaurimento dei 100 posti consentiti. Si consiglia la prenotazione scrivendo all’indirizzo mail francesco.bilotta@uniud.it. L’organizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione del parroco di San Quirino, don Claudio Como, e di tutti i volontari della parrocchia.
Lo spettacolo offre un’occasione per far conoscere e per riflettere sulla condizione delle bambine e dei bambini nati in Italia che non vengono registrati all’anagrafe, in quanto figli di migranti irregolari. «In base alla legge sull’immigrazione, infatti – spiega Francesco Bilotta del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo friulano –, è necessario il permesso di soggiorno per registrare all'anagrafe i neonati, sicché le persone migranti irregolari non si recano all’anagrafe per non essere esposte al rischio di espulsione o ad altre forme di grave penalizzazione. Per tale motivo, queste bambine e questi bambini sono privi del certificato di nascita e diventano bimbi senza nome, discriminati, esclusi e privati di ogni diritto e protezione».
In linea con le tematiche del Festival dello sviluppo sostenibile, «lo spettacolo – sottolinea Francesco Marangon, delegato del rettore per la Sostenibilità e referente dell’Ateneo di Udine per la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (Rus) – intende offrire a tutti l’opportunità di riflettere su uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite. Il sedicesimo obiettivo, infatti, è dedicato alla promozione di società pacifiche e inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, e si propone di fornire l’accesso universale alla giustizia, e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli. Sembra incredibile pensare che nel nostro Paese possano vivere ancora persone non registrate alla nascita, ma è un problema reale che va affrontato e risolto».
«Si può parlare di diritti fondamentali attraverso un linguaggio accessibile a tutte e tutti come è quello di uno spettacolo teatrale – sottolinea Marina Brollo, delegata del rettore per il Trasferimento della conoscenza e coordinatrice del Laboratorio Lavoro presso il Dipartimento di Scienze giuridiche –. La ricerca giuridica serve proprio a far emergere e proporre soluzioni ai problemi della quotidianità. La condizione dei bambini e delle bambine fantasma contrasta con una cultura inclusiva dei diritti prima ancora che con l’Agenda 2030 delle Nazioni unite».