Il risultato del seminario “Donne e scienza”

Ancora poco "rosa" nelle facoltà tecnico-scientifiche

Fortunati: «Il lavoro digitale offre
alle donne soluzioni flessibili»

        All’Università di Udine, come del resto in tutte le università italiane ed europee, il numero di studentesse iscritte nelle facoltà tecnico-scientifiche è molto basso, pari al 17% a livello nazionale. Il dato è emerso durante il seminario internazionale “Donne e scienza”. “Questa scarsa presenza – spiega Fortunati, organizzatrice dell’incontro e docente del corso di laurea pordenonese in Scienze e tecnologie multimediali – è da un lato dovuta alla persistenza di pregiudizi che vedrebbero le donne poco portate a studi di questo tipo e, dall’altro, a regole non scritte del mercato del lavoro che creano nelle donne il timore di non trovare poi un lavoro adeguato, o di non riuscire a conciliare il tipo di lavoro con la possibilità di avere dei figli”. 

        Pare però che le donne che si laureano in materie scientifiche abbiano dei risultati a dire poco ottimi. Mostrano, infatti, di non aver avuto nel corso degli studi problemi ad affrontare il tipo di studi intrapreso. “Inoltre – prosegue Fortunati – il mercato del lavoro nell’era digitale proprio alle donne oggi può offrire molte soluzioni flessibili, permettendo loro non solo di trovare lavoro, ma anche di crearselo, magari dando vita a una cooperativa o a una ditta individuale o diventando imprenditrici”. Nell’ultimo anno accademico (2003-2004) all’Università di Udine il 13,1% degli iscritti ad Ingegneria sono donne, mentre a Scienze il 15,9 %, ad Agraria, il 39,1% e ad Economia il 47,6%. Le donne sono in netta minoranza anche nei corsi pordenonesi: l’1,8% sono le iscritte ad Ingnegneria meccanica, salgono invece a 51,2% le iscritte ad Economia aziendale. 

        Emilia Mezzetti, del dipartimento di Matematica e informatica dell’Università di Trieste ha spiegato che in Italia la percentuale di donne fra i docenti universitari di matematica è circa del 35%, maggiore della percentuale di donne fisiche, chimiche o geologhe. In Spagna e Portogallo le donne matematiche sfiorano addirittura il 50%. Nei Paesi nordici invece le ultime statistiche danno le seguenti percentuali di donne matematiche: Danimarca 2%, Finlandia 6%, Germania 3%, Olanda 4%, Norvegia 7%, Regno Unito 7%. E le percentuali diminuiscono ulteriormente se ci si restringe a considerare i soli “full professor”. “Questi dati – spiega Mezzetti – suonano molto strani a chi è abituato a pensare a quei Paesi come alla culla dell’emancipazione femminile. Del problema di analizzare le cause di questa disparità e di studiare possibili azioni per contrastarla, si stanno occupando da alcuni anni l’associazione europea “Donne in Matematic” (EWM), costituita a Helsinki nel 1993, ed il Comitato “Women and Mathematics” della European Mathematical Society.

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