Agile FVG, Vademecum per il lavoro agile in Friuli Venezia Giulia

Progetto del Laboratorio lavoro del Dipartimento di Scienze giuridiche

Il Laboratorio lavoro del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Udine ha realizzato un “Vademecum per il lavoro agile in Friuli Venezia Giulia” per aiutare aziende e lavoratori a orientarsi nella complessità delle norme che regolano lo smart working. Una sorta di manuale che offre gli elementi per consentire ai soggetti destinatari di valutare le opportunità di implementare il lavoro agile ove praticabile. Il lavoro, finanziato dall’Agenzia Lavoro&SviluppoImpresa e Regione Friuli Venezia Giulia, è stato coordinato da Anna Zilli, associata di Diritto del lavoro, ed elaborato con Marina Brollo, ordinaria della materia, e Massimiliano De Falco, assegnista di ricerca.

Grazie alle nuove tecnologie il lavoro a distanza è operativo da diversi decenni in Italia, ma è solo da cinque anni che, con la legge n. 81/2017, è stato disciplinato nel settore privato per «incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro» (art. 18). Tuttavia, questa modalità di esecuzione del lavoro subordinato, sino alla pandemia da Covid-19, era rimasta pressoché inutilizzata o con esperienze di nicchia nelle grandi imprese.

Invece, nel triennio dell’emergenza pandemica si è ampiamente diffusa una forma semplificata di lavoro agile, cosiddetto emergenziale, ampiamente derogatoria della legge. A partire dalla possibilità di non stipulare il patto di agilità e volta a salvaguardare la continuità della produzione delle imprese nei lockdown e la salute di tutti i lavoratori, in primis i più vulnerabili (in quanto fragili e/o caregiver).

Oggi, anche alla luce di tale esperienza e sperimentazione di massa, si affacciano nuove opportunità ed esigenze, che il lavoro a distanza può contribuire a soddisfare, anche nel Friuli Venezia Giulia.

In primo luogo, è centrale la questione della sostenibilità. Ogni giorno, in Italia, circa 19 milioni di persone si spostano per raggiungere la propria postazione lavorativa e la maggior parte di questi si muove con mezzi privati. Il lavoro agile, riducendo gli spostamenti quotidiani per esigenze lavorative. mostra, pertanto, importanti riflessi positivi in termini di sostenibilità ambientale, riducendo il traffico e l’inquinamento.

Il lavoro agile ha però risvolti anche sulla sostenibilità economica e sociale. La diminuzione del numero di persone che si sposta con il proprio mezzo per raggiungere il posto di lavoro ha, infatti, un diretto impatto sul risparmio energetico e logistico per le aziende, consentendo di ottimizzare gli spazi. Se la riduzione dei costi di gestione pare determinare una maggiore competitività, in generale, e una maggiore produttività dei lavoratori, in particolare, il miglioramento dei servizi rappresenta un’occasione per innovare i modelli di organizzazione e di gestione manageriale. Inoltre, le imprese (direttamente e tramite il welfare aziendale) possono sostenere economicamente i lavoratori agili, i quali, grazie alla riduzione del tempo dedicato agli spostamenti, ottengono un incremento del benessere individuale e collettivo, attraverso un aumento del tempo a disposizione, per soddisfare esigenze familiari, personali e contribuire alla socialità.

La sostenibilità non esaurisce l’ambito di potenziale vantaggio del modello in esame, il quale può avere indubbi riflessi positivi anche sulla qualità del lavoro e l’ottimizzazione del work-life balance.

Il lavoro a distanza consente anche di investire sul rapporto fiduciario con i dipendenti. Al mutare delle modalità esecutive consegue anche un cambiamento che interessa il sistema di coordinamento e controllo, non più ancorato alla misurazione del tempo di permanenza del lavoratore all’interno della sede lavorativa, ma alla capacità di programmazione del lavoro e ai risultati raggiunti. In questo senso, il lavoro agile può consentire di fronteggiare le “Grandi Dimissioni” e le tensioni del mercato del lavoro.

Infine, il lavoro agile può rappresentare una potente leva per rivitalizzare il territorio regionale, sia attraendo lavoratori (anche dall’estero, attraverso gli incentivi fiscali), sia consentendo di arginare il fenomeno dello spopolamento.

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