In platea molte e molti giovani tra cui una classe del liceo Marinelli

L'aula 7 di Palazzo Antonini intitolata a Elena Lucrezia Corner Piscopia

Erudita vissuta nel XVII secolo, la prima donna laureata al mondo. Iniziativa del DILL dell'ateneo. ll rettore: “Un messaggio alla società”

Solenne e molto partecipata, si è svolta oggi la cerimonia per l’intitolazione a Elena Lucrezia Corner Piscopia, religiosa, erudita del XVII secolo e prima donna laureata al mondo – in Filosofia, nel 1678, all’età di 32 anni -, dell’aula 7 della sede universitaria di Palazzo Antonini in via Petracco a Udine, a coronamento dalla proposta presentata già nel 2017 per iniziativa del Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società.

«Un evento importante perché è un’iniziativa di ateneo», ha detto il Magnifico Rettore, Roberto Pinton, nel saluto iniziale. «L’università vuole dedicare una parte importante dei suoi edifici a una persona speciale – ha proseguito -, ossia una donna che si è distinta per la sua capacità di uscire dalle convenzioni, per il suo coraggio e la sua caparbietà, quindi è un forte messaggio che si vuole lanciare verso l’esterno, verso le studentesse e gli studenti di questo ateneo, verso tutto la società».

In apertura anche l’intervento della prof.ssa Antonella Riem, direttrice del DILL; che ha fortemente voluto e sostenuto l’iniziativa.

«Questa intitolazione è un momento molto significativo sia per i temi della ricerca di cui mi occupo come Partnership Studies Group, dato che vi è una grande attenzione al femminile – ha sottolineato -, ma è anche un segnale importante: l’ateneo di Udine è nato dalla facoltà di Lingue, Elena Corner Piscopia era una studiosa plurilingue, quindi si tratta di una riconferma della centralità degli studi di lingue e letterature straniere in questa università, insieme con la pedagogia, la sociologia e tutte le scienze umane».

A seguire i contributi della prof.ssa Fabiana Fusco (DILL), su “Il linguaggio e le buone prassi contro le discriminazioni: l’esempio dell’Università di Udine”, e della prof.ssa Graziella Priulla dell’Università di Catania, che ha tenuto la relazione principale, sul tema “Le sorelle di Shakespeare e la difficile libertà delle donne”.

La prof.ssa Fusco ha sottolineato nella sua intensa e anche divertente relazione (per i gustosi esempi riportati da vari contesti) l’importanza di occuparsi del linguaggio, che è l’essenza stessa della mentalità e del pensiero, evitandone i “maschilismi”, le sgrammaticature e gli stereotipi, poiché «è dal linguaggio che nasce il mondo».

«Oggi che le donne rappresentano la maggioranza della popolazione scolastica in tutti gli ordini di studi -  ha esordito la prof.ssa Priulla –, è difficile immaginare che per secoli la cultura sia stata loro preclusa. Esse sono state costantemente rappresentate in termini di diversità fisica, intellettuale, caratteriale, destinata a tradursi in inferiorità. L’istruzione femminile è stata una conquista ardua, come ogni diritto delle donne che abbia a che fare con il loro ingresso nello spazio pubblico – ha poi ricordato la docente – e i tentativi di escludere il genere femminile sia dall’accesso alla cultura sia, ancor di più, dalla produzione di cultura, è un atteggiamento diffuso dei poteri maschili a tutti i livelli che costantemente si ripropone nella storia».

Infine la prof.ssa Priulla ha rivolto un appello al governo. «Siamo anche a chiedere al Miur e al Dipartimento Pari Opportunità – ha detto - che il progetto Polite, pari opportunità nei libri di testo scolastici, che quindici anni fa ebbe risultati ottimi per quanto riguarda i manuali delle superiori, con il recupero delle figure femminili in tutte le discipline di insegnamento, venga rifinanziato, perché non ha avuto senso mandarlo avanti per quattro anni e poi bloccarlo, e se non continua, le nuove generazioni non avranno mai una continuità di tradizione culturale».

Al termine del convegno, la scopertura della targa di intitolazione a Elena Lucrezia Corner Piscopia, nata a Venezia il 5 giugno 1646 e morta a Padova il 26 luglio 1684. Data la vicinanza con il lavoro e gli studi di Riane Eisler, studiosa ebrea americana su argomenti connessi alla parità di genere, la cerimonia è stata inserita all’interno dei Seminari di Partnership ispirati al lavoro di Eisler e a quello del gruppo di ricerca internazionale “Partnership Studies Group”, attivo dal 1998 a Uniud e diretto dalla prof.ssa Riem.

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